Huntik Secrets&Seekers Forum - La nuova Era

4° contest

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Mely<3
view post Posted on 14/9/2012, 16:03




Eccoci finalmente con un nuovo contest! Questa volta il tema della competizione sarà il gdr, dato che ha riscosso discreto successo. I partecipanti dovranno scrivere un racconto sul proprio personaggio come se fosse in una role del gdr, impersonando il proprio pg e caratterizzandolo al meglio. La situazione di inizio sarà uguale per tutti, ma poi spetterà a voi scegliere come si svilupperanno i fatti successivi.

Il vostro personaecco da cosa dovrete partire:

ggio è prigioniero in una cella della base della White Society, in attesa di essere sottoposto al rito di separazione con il suo titano. Ha ancora l'amuleto con sè, ma un dispositivo della cella vi impedisce di usare i poteri e di invocarlo. Poi un membro della Society viene a prendere il vostro personaggio e lo porta nella sala del rito... da qui in poi avete carta bianca, concludete la vicenda come meglio credete, rispettando il regolamento e cercando di inserire più dettagli possibili del vostro pg


Regolamento:

- Confermate qui la vostra partecipazione
- niente linguaggio volgare/offese/violenza ecc
- niente linguaggio sms
- scrivere role con più dettagli possibili
- scrivere in prima persona
- scrivere in italiano corretto, cercando di evitare gli errori grammaticali/ortografici/di battitura
- Vietato copiare i lavori di altri utenti o altre opere già esistenti. Pena: la squalifica dal contest
- Quando avrete finito il vostro lavoro postatelo pure sotto spoiler qui, poi verrà aperto un sondaggio per decretare i vincitori. VIETATO AUTOVOTARSI
- Avrete tempo fino al 1 ottobre per postare il lavoro, ma se sarà necessario si potrà spostare la data di scadenza

Premi:

1 premio: titano + 60 punti esperienza OPPURE set avatar+sign
2 premio: magia + 60 punti esperienza OPPURE set di icon
3 70 punti esperienza OPPURE avatar


Partecipanti:
Mely<3
the bestia
paolochoji
Pastadipane
jeremy100


Edited by Eru-chan - 30/9/2012, 22:23
 
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paolochoji
view post Posted on 14/9/2012, 18:20




mi confermo come partecipante...ma i lavori dove li postiamo? direttamente qui sotto?

niente scherzavo non avevo letto tutto XD comunque partecipo XD

ah, invece questa è una cosa seria...questa role immaginaria che scriviamo avrà effetti sui nostri pg nel gdr o no?
 
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the bestia
view post Posted on 14/9/2012, 19:25




Mi inscrivo anche io
 
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Mely<3
view post Posted on 14/9/2012, 20:31




no paolo non ci saranno ripercussioni sui pg a meno che non si scelga come premio il titano/magia/punti ecc
 
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jeremy100
view post Posted on 17/9/2012, 15:10




Mi aggrego!
 
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paolochoji
view post Posted on 21/9/2012, 22:30




ecco il mio lavoro! per piacere NON copiatemi, ci ho messo un pò a trovare l'ispirazione per scrivere XD

:james:
sputo un coagulo di sangue che mi era finito in bocca alla guardia che venne a prendermi. :-che cosa volete farmi!"-: urlo, mentre la guardia si pulisce il viso con la mano destra, prima di assestarmi un pugno in pieno petto. caddi dalla sedia a cui ero stato incatenato e mi ritrovai a terra. la ferita che avevo alla testa si riaprii e un rivolo di sangue iniziò a scorrere sulla mia fronte. :-rialzati, feccia-: mi disse l'uomo, mettendomi uno dei suoi luridi stivali sotto al fianco e facendomi girare con un calcio sul fianco. mi liberò dalle catene, ma lasciò le manette al loro posto. mi prese per il gomito e mi portò a forza in una grande sala completamente bianca. erano giorni, mesi, ma forse anche solo minuti che ero chiuso in quella cella, e vedere il bianco accecante della sala mi confortò, ma solo in parte, dato che non sapevo a cosa mi stesse portando incontro quell'uomo, con i guanti bianchi, ancora macchiati di sangue. una porta automatica si chiuse dietro di lui ed una voce uscii dall'altro lato della sala. :-benvenuto signor Hunterfield-: disse un altro uomo, dal fisico più esile ma dall'aspetto più minaccioso della guardia che mi aveva scortato fino alla sala. :-chi sei, cosa vuoi da me!-: dissi. in quel momento mi resi conto che le manette si erano aperte. ruotai i polsi e portai una mano alla testa, cercando il punto esatto da cui usciva ancora il sangue, da quella ferita inferta da una delle guardie contro le quali stavo combattendo prima di raggiungere questo luogo sconosciuto. :-voglio i tuoi poteri, i tuoi titani e il comando della fondazione Huntik-: disse lo strano uomo dall'altra parte della sala, riportandomi bruscamente alla realtà. :-beh, mettiti il cuore in pace, bello mio, non avrai nulla di chiò che vuoi! dragonfist!-: dissi, mettendomi in posizione da combattimento, ma i pugni non si illuminarono come al solito. li guardai stupito, e l'uomo disse :-oh, forse ho dimenticato di dirti che qui dentro i poteri sono completamente inutili, come i titani...ovviamente la cosa non vale per me...io mio nome è John Soul, sono il capo della white society, dovresti essere onorato della mia presenza...ma passiamo ai fatti: ora subirai un processo di mia invenzione...sarà un pochino doloroso, ma ti ci abituerai...grazie a questo rito, ti verranno strappati i titani, i loro amuleti si sbricioleranno sotto i tuoi occhi, e la cosa più bella sarà l'espressione di terrore e dolore che ti si dipingerà sul volto...ma bando alle ciance, iniziamo pure...sorgi dalle tenebre, supremo alleato, titano dell'eternità, ever!-: di fronte a me apparve uno dei titani più potenti che avessi mai visto: aveva l'aspetto di un serpente, con due grandi ali sulla schiena. mi persi nei suoi occhi nero come la notte e mi ritrovai, pochi secondi dopo, legato dalla sua coda in una stretta dalla quale era impossibile liberarsi. Soul si avvicinò con un sorrisetto stampato sul volto ed attaccò degli elettrodi alla mia testa, che collegò a quella del titano. sentii una fitta di dolore lancinante alla testa non appena Soul attivò una specie di macchinario. una forza sconosciuta fece uscire dai miei abiti i miei amuleti e sfilò quello di caliban dal collo. uscirono delle lacrime dai miei occhi: forse quella era l'ultima volta che vedevo i miei fidi alleati, i miei titani. gli occhi di Ever si illuminarono e il mio cormo si circondò di un aura nera. Soul rideva dalla gioia e disse, quasi urlando :-finalmente possiamo dare inizio al processo di separazione! vediamo un pò chi sarà il primo a dirti addio....aaaah ecco ecco-: prendendo con la mano una delle bolle che orbitavano attorno al mio corpo :-possiamo iniziare da questo...tieni, a te l'onore di evocarlo...-:. fece un cenno al serpente, che cambiò il colore dei suoi occhi in verde luminoso. mi entrò nel cervello, prendendo il controllo del mio corpo. liberò un braccio dalla morsa e fece aprire la mano, nella quale Soul posò l'amuleto di King Basilisk. no. non lui. la mia mente provò ad opporre resistenza, ma ever costrinse il mio corpo ad evocare il titano, che apparve davanti a me. non appena uscì dall'amuleto, Ever lo morse: king basilisk iniziò ad appassire, quasi come un fiore, mentre sentivo le spire di Ever diventare più grosse e pesanti. vidi king basilisk rinsecchire davanti ai miei occhi, che spostai sulla mano. emisi un grido di dolore: la mia testa stava scoppiando, sentivo il legame con king basilisk deteriorarsi, rompersi come una lastra di vetro, che ferì nel profondo la mia anima. l'amuleto era spento, quasi nero, poi d'un tratto esplose nella mia mano. quello che rimaneva di king basilisk, un enorme ammasso di carne senza vita, venne inglobato in una sfera azzurra e sparì alla mia vista. non appena il titano scomparve, iniziai a provare il vero dolore. svenni. l'ultimo suoni che sentii fu la sadica risata di John Soul.

ero in una sala. grande. al centro di essa c'era una persona. :-Dante-: dissi, abbracciando il mio maestro, compagno, colui che consideravo come un fratello. :-va tutto bene James, puoi batterlo-: mi disse, con un sorriso rassicurante.:-come? dimmi cosa devo fare...-: dissi, cadendo in ginocchio, con gli occhi pieni di lacrime. sono un gradasso, un pallone gonfiato, pieno di arie, di idee inutili. mi piace essere il centro dell'attenzione, mi credo potente, ma in realtà sono solo un bambinone indifeso, incapace di prendere decisioni da solo. piango. Dante mi appoggiò delicatamente una mano sulla spalla. :-non sono nessuno...non merito il titolo che mi è stato assegnato...ho paura...sono solo un debole-: Dante si sedette accanto a me, mi mise il braccio sulle spalle e disse :-non è assolutamente vero. tu sei forte, devi solo trovare il modo di tirare fuori la forza che hai dentro di te. puoi farcela.-: vidi il volto sorridente di Dante, po tutto tornò bianco e luminoso.

ero ancora tra le spire di Ever, e Soul reggeva in mano l'amuleto di Caliban. il mio migliore amico, il titano con cui ho condiviso tutte le mie battaglie. quello era in modo di tirare fuori la forza a cui aveva accennato Dante nella visione: quando devo proteggere qualcuno a cui voglio bene, non mi faccio tanti scrupoli, e do sfogo a tutta l'energia che possiedo. chiusi gli occhi e mi concentrai. mindcage. mindcage. mindcage. il controllo di ever si stava indebolendo. puntai il palmo della mano verso l'occhio destro di ever e sussurrai :-kindlestrike-:. il raggio azzurro uscii dalla mia mano e colpii in pieno l'occhio, facendo mollare la presa del titano sul mio corpo. strappai gli elettrodi a ventosa dalla mia testa di fronte ad un John Soul che mi guardava esterrefatto. :-tu il mio amico non lo tocchi-: dissi, prima di sferrargli un dragonfist in pieno volto, scaraventandolo contro la parete che si ruppe sotto il suo peso. recuperai l'amuleto di caliban ed iniziai a correre per i corridoi infiniti della sede della white society. sentii la voce di Soul dal fondo del corridoio :-prendetelo, non fatelo scappare! ever, catturalo!-:. vidi il serpente alato scattare dietro di me, ma fermai la sua corsa colpendolo con un rippleburst, che lo lasciò tramortito al suolo. ricominciai a correre. destra. destra. sinistra. di nuovo destra. ero come un topo intrappolato in un enorme labirinto. avevo una sola opportunità per fuggire: trovare l'uscita. sbucai in una grande sala, divisa su due piani. io ero al piano superiore: mi sporsi dal parapetto e vidi un enorme portone bianco. quella poteva essere una via di uscita come l'ingresso di un altra sala in cui sarei stato separato dai miei titani. saltai giù dal parapetto ed atterrai al suolo. con un featherdrop. strinsi l'amuleto di caliban, sospirai e misi la mano sulla maniglia. la tirai verso di me. sole. natura. Soul. quelle furono le tre cose che mi si pararono davanti come dei muri. :-ti sarebbe piaciuto fuggire così facilmente, vero?-: disse Soul guardandomi fisso con i suoi occhi di ghiaccio. mossi dei passi incerti verso di lui e mi voltai. la sede della Società era un enorme castello, completamente bianco. una parete esterna del piano superiore esplose e, dalle macerie uscii Ever. era sopravvissuto ai miei attacchi e, sibilando, si posizionò dietro il suo padrone. :-perchè fai tutto questo, Soul? cosa credi di ottenere rompendo il legame tra cercatori e titani?-: :-potere. voglio essere l'unico cercatore sulla faccia della terra, avere tutti i titani sotto al mio comando grazie all'aiuto di Ever. mi imporrò come sovrano dell'umanità utilizzando i poteri dei titani, fonderò un regime basato sul terrore, a cui nessuno potrà sottrarsi!-: :-sei un pazzo se credi davvero di riuscire a fare tutto questo. hai cercato di privarmi dei miei poteri per prendere il controllo della fondazione Huntik e assoggettarla al tuo comando, ma io, a differenza tua, combatto per un ideale concreto, non per un utopia: io proteggo le persone che amo-: dico, prima di sferrare un pugno al plesso solare di Soul, facendolo piegare a terra per il dolore. Ever emise un sibilo acuto e si lanciò su di me, ma le sue fauci furono bloccate da una lama che conoscevo molto bene. :-Caliban, grazie-: dissi al mio amico. pur non avendolo richiamato dall'amuleto, era venuto lo stesso in mio aiuto. il legame powerbond era diventato ancora più potente. :-ora sono un titano ultrabound-: disse Caliban ad alta voce. il suo aspetto era cambiato: la chioma di capelli argentati era raccolta in una coda che ricadeva sulla schiena, ricoperta da un leggero mantello verde. la maschera si era ridotta, scoprendo la bocca e lasciando gli occhi coperti. l'armatura era diventata completamente dorata, con le parti che prima erano in cuoio colorate di verde. la spada era raddoppiata in lunghezza ed era fatta interamente di luce. :-wow...caliban...non riesco a crederci...sei...-: farfugliai, mentre Caliban mi rivolse un sorriso, prima di mozzare di netto la coda di Ever, che aveva provato a riavvolgere attorno al mio corpo. ever divenne un fascio di luce e rientrò nel suo amuleto. John Soul era seduto a terra, con gli occhi pieni di terrore. :-non è possibile...il mio Ever...distrutto...i miei piani non possono fallire così...per questa volta sei salvo, Hunterfield, ma non finisce qui...te lo giuro-: disse, prima di dissolversi in una nube di fumo. non ero riuscito a sconfiggerlo, ma gli avevo fatto capire chi comandava. mi sentivo carico di energia, fiero di aver trovato il coraggio per uscire da quella situazione quasi critica. Caliban si inginocchiò davanti a me. :-James, le sarò sempre fedele, fino alla fine dei miei giorni-: :-grazie Caliban, non so cosa farei senza di te-: dissi, mettendo la mano sulla spalla al titano, che si dissolse e rientrò nell'amuleto. avevo perso King Basilisk per sempre, e il pensiero del mio titano mi fece tornare le lacrime agli occhi, che asciugai con la mano. tirai su col naso e mi girai un ultima volta verso il palazzo della Società, ma dietro di me non vidi nulla. Soul deve averlo spostato in un altra dimensione. inspirai a fondo e chiusi gli occhi. slipstream. sentii il suolo scappare da sotto i miei piedi e trattenni il respiro per pochi secondi, prima di posarli sulle piastrelle del pavimento di casa mia. era tutto finito. o almeno per ora. non volevo più pensare alla Società, volevo staccare il cervello e non pensare più a nulla. buttai i vestiti nella lavatrice e la avviai, prima si distendermi sul letto in mutande. rigirai l'amuleto di caliban tra le dita, ripensando a tutte le persone a cui volevo bene: Xander, Alex, Gwen, Genny, Jason, Dante e tutti gli altri. toccai la ferita che avevo sulla testa e la rimarginai con un everheal. quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. le mie forze erano veramente allo stremo. mi addormentai come un sasso, ma con il sorriso sulle labbra. ero fiero di me stesso, almeno per una volta. i raggi del sole filtravano attraverso la finestra riscaldando la camera e mi aiutarono a riposare. sognai Dante, l'unica persona che ha creduto in me fino alla fine, che mi ha aiutato a trovare la mia forza interiore. mi svegliai alle 20,30 , mangiai qualcosina preso a caso dalla dispensa e chiamai Dante. avevo bisogno di parlare con lui. :-ehila, ciao, di cosa hai bisogno?-: mi disse dall'altra parte della cornetta. :-grazie.-: gli dissi. lo sentii ridere dall'altra parte della cornetta. :-grazie di cosa?-:. gli raccontai la mia avventura, la mia visione e tutto ciò che era successo alla Society. :-beh, in quanto tuo mentore, non ho mai smesso di credere in te e negli altri...ora so di aver lasciato la fondazione in buone mani. sono fiero di te. quando sei libero fammelo sapere, andiamo a prenderci qualcosa da bere se ti va-: :-certo, grazie Dante-: dissi, ed attaccai la cornetta. l'esperienza di quel giorno mi aveva fortificato. uscii sulla terrazza con una lattina di coca cola e mi persi a fissare le stelle in cielo. i miei occhi caddero sulla città illuminata, sui canali, sulle terrazze e sugli innumerevoli ponti. sospirai, rientrai in casa e chiusi dietro di me la porta scorrevole. misi un paio di pantaloni da ginnastica e una maglietta, un paio di calze e di scarpe da ginnastica. misi l'amuleto di caliban al collo ed uscii di casa, avviandomi verso le romantiche luci del centro, lasciandomi alle spalle i momenti bui del mio passato e i lati negativi del mio carattere, pronto a diventare il leader coraggioso ed altruista che avrei sempre voluto essere, un leader che non volta mai le spalle a nessuno, pronto a fare qualsiasi cosa possibile ed immaginabile per salvare le persone che ama.
 
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paolochoji
view post Posted on 22/9/2012, 05:34




Scusate gli errori, ma ho scritto dal cellulare...XD
 
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Pastadipane
view post Posted on 26/9/2012, 21:08




Mi iscrivo anche io se non sono troppo in ritardo, mancano 4 giorni e da domani mi metto all'opera :)
Con la missione in Francia che si fa ? manca ancora Paolo prima di me
 
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Mely<3
view post Posted on 29/9/2012, 19:48




ecco il mio lavoro, so che non è molto originale, ma è il massimo che sono riuscita a fare tra un impegno e l'altro

:genevieve:
Non potevo crederci. Mi ero ripromessa che non avrei lasciato che quei fanatici della White Society mi catturassero di nuovo, ma non ero stata abbastanza forte da fronteggiare Ace in un duello. Non solo lui era almeno tre volte più forte di me, ma io non ero in grado di combatterlo. Lui non era mio nemico, anche se si ostinava a tenere le distanze, inoltre sentivo che c’era qualcosa che i univa. Non riuscivo a capire cosa fosse, ma sapevo che era quel “qualcosa” che mi impediva di combatterlo o di lasciare che altri miei compagni gli facessero del male. Sapevo che anche lui sentiva questo legame, altrimenti le sue azioni sarebbero state coerenti alle sue parole. Diceva di non essere mio amico, di non contare su di lui, eppure mi aveva aiutata a fuggire, messo in guardia più volte e non mi aveva ferita nemmeno quando aveva avuto l’ordine di catturarmi e portarmi da Soul. Le parole che mi aveva detto quando ci eravamo incontrati per la seconda volta mi riecheggiavano ancora nella testa e mi mettevano continuamente in guardia. “Gen, tu non dovresti essere qui, non dovresti più immischiarti nei suoi affari. Hai avuto l’occasione di uscirne illesa, ora non dovresti gettarla al vento. Devi nasconderti prima che ti trovi.” A quel punto aveva sospirato “ Ormai è perfetto, Gen. Non è detto che non funzioni anche su di te. Se continui a ficcare il naso in queste faccende te li strapperà via. Tutti quanti. E tu non potrai fare nulla. Hai mai visto un cercatore che è stato separato? Io sì, e non è un bello spettacolo. Nessuno vorrebbe ridursi così. E sai qual è la novità? Anche se per un istante, ho potuto vedere un titano che aveva subito la stessa sorte, ho sentito il suo lamento prima che scomparisse chissà dove. È stato atroce. Non devi finire così… se non vuoi farlo per te stessa, fallo almeno per i tuoi titani… va’ a nasconderti” aveva concluso il suo discorso, per poi scomparire con uno dei suoi poteri oscuri. Non l’avevo mai sentito parlare così tanto e ciò dimostrava quanto fosse preoccupato per me, anche se cercava di non farmelo notare. Nonostante ciò, io non l’avevo ascoltato, avevo continuato ad indagare e a combattere quel branco di maniaci bianchi un pezzo alla volta. Non sapevo spiegare perchè continuassi a lottare. Tutto ciò a cui tenevo era scomparso in quei secoli. Ormai non avevo più niente che valesse la pena di essere protetto, quello non sembrava neanche più il pianeta su cui ero nata. Mi dicevo che lo facevo perchè era giusto, perchè i cercatori non meritavano un destino crudele come quello che la society affibbiava ai suoi prigionieri, perchè Gwen, James, Alex, Xander e tutti i ragazzi che avevo incontrato non lo meritavano. Ma in realtà sapevo che lo facevo anche per Ace, perchè lui era prigioniero quanto lo ero stata io, solo che lui non aveva avuto la forza di mettere a repentaglio il legame con i suoi titani pur di sfidare John Soul e aveva optato per diventare un suo seguace e scongiurare quel crudele rituale almeno per un po’ di secoli. Non potevo biasimarlo. Da quello che mi aveva raccontato, lui al mondo non aveva mai avuto nessuno, i suoi titani erano la sua famiglia e non avrebbe mai messo a repentaglio la vita delle uniche creature che l’avevano amato.
Ed ora che mi trovavo di nuovo chiusa in quella cella, in attesa di scoprire se in rituale perfezionato potesse strapparmi via i miei titani, non avevo alcun rimpianto. Sapevo di aver combattuto con tutte le mie forze, di aver fatto la cosa giusta scegliendo di non scappare e nutrivo ancora una piccola speranza, sentivo che sarei riuscita a cavarmela anche in quella situazione. Giurai a me stessa che ne sarei uscita viva e illesa.
In quel momento la porta metallica della mia cella scricchiolò e si aprì. Una recluta vestita di bianco entrò e mi fece alzare di peso.
-È il tuo turno, dolcezza – disse con un ghigno malefico.
Gli lanciai un occhiata di ghiaccio, ma non potei far altro che seguirlo. Percorremmo un lungo corridoio. Sapevo dove portava, l’avevo percorso chissà quante volte in tutti quei secoli di prigionia ed esperimenti. Stavamo andando nella stanza del rituale.
-Fermo – disse ad un tratto una voce che mi sembrava di conoscere.
Non potei fare a meno di sorridere, quando vidi Ace sbucare da una delle porte laterali.
-Quella è una prigioniera pericolosa, me ne occupo io – disse al suo subordinato.
-Ho l’ordine di portarla nella sala del rituale – obbiettò quest’ultimo.
-Gli ordini sono cambiati. Tu va’ ad occuparti del prigioniero numero 95, a lei ci penso io – rispose Ace con tono autoritario.
-Signorsì – disse allora la recluta prima di allontanarsi con passo marziale.
Aspettai che se ne fosse andata, poi gettai le braccia al collo di Ace e lo strinsi forte.
-Che stai facendo? – chiese lui sbalordito, scostandomi. – che cos’era quello? – chiese poi sembrando leggermente frastornato.
-Era un abbraccio – risposi con naturalezza – servono agli amici per confortarsi a vicenda –
-Io non sono tuo amico – rispose prima di prendermi per un braccio e trascinarmi nella porta da cui era sbucato per prendermi in custodia.
La stanza in cui eravamo appena entrati sembrava essere la lavanderia della base: era pieno di ceste stracolme di divise bianche.
-Indossane una – mi disse Ace – sarà più facile farti uscire. –
-Voltati – gli dissi dopo aver afferrato una divisa da donna che fosse più o meno della mia taglia.
Lui arrossì leggermente, per poi girarsi con il viso verso la porta.
-Sapevo che mi avresti aiutata – gli dissi mentre mi sfilavo i miei vestiti.
-La tua fiducia è mal riposta – rispose lui piatto.
-Non è vero – ribattei.
-Come puoi dirlo? –
-Sei qui. E mi stai palesemente aiutando – lui non rispose e per qualche istante l’unico suono in quella stanza fu il fruscio dei vestiti.
-Perchè lo fai se non è perchè siamo amici? – gli chiesi allora.
Lui sembrò riflettere per qualche secondo, poi mi rispose – Io non sopporto di vederli strappati via – disse con voce incrinata – Non sopporto quello che fa loro. Tu sei il suo unico fallimento, l’unica che il suo orrendo rito non ha rovinato. Pensavo che liberandoti avrei lasciato a Soul il dubbio che il suo piano avrebbe sempre potuto fallire. Anche ora, se tu va via, lui non saprà se il suo rito è davvero perfetto. –
-È solo per questo? – chiesi un po’ delusa mentre mi calavo il cappuccio bianco della divisa sul volto – Non ti piaccio neanche un po’? –
-Dobbiamo andare – disse lui evitando di rispondermi.
Uscimmo nei corridoi e ci muovemmo tranquillamente senza insospettire minimamente i gruppi di seguaci bianchi che incontrammo, tuttavia io avevo comunque il cuore in gola. Se ci avessero scoperto, io sarei finita nella stanza del rituale a rischiare la vita e chissà cosa sarebbe successo ad Ace se fosse stato scoperto ad aiutare una prigioniera preziosa come me.
Fortunatamente fummo presto fuori dall’imponente edificio che era la base della White Society. Fuori, la Dimensione Nascosta non era cambiata dall’ultima volta che l’avevo vista. il terreno aveva l’aspetto desolato di un deserto roccioso, mentre il cielo era perennemente viola, solcato da malsane nubi luminescenti e verdognole.
-Corri – mi disse Ace mentre aumentava l’andatura.
Corremmo velocemente, per quanto ce lo permettessero le rocce che sporgevano dal terreno, finchè non fummo abbastanza lontani dalla base da non essere più visti.
Ace non riprese nemmeno fiato, impose una mano di fronte a sé, pronunciò una formula ed aprì un portale.
-Torna sulla terra e non farti più catturare – mi disse – Dammi retta questa volta e va’ a nasconderti-
-Sai che non lo farò – risposi.
-Non posso continuare a salvarti, finirei nei guai – ribattè lui.
-Vieni via con me – proposi allora. Era tanto che volevo dirglielo, ma non avevo avuto molte occasioni di parlargli.
-Non posso – rispose Ace – Lui non mi lascerebbe scappare. Mi troverebbe e me la farebbe pagare. Non posso perderli, Gen. Mi dispiace – disse affranto.
Avrei voluto insistere, dirgli che la Fondazione ci avrebbe dato protezione, che ce la saremmo cavata, ma non ci riuscii. L’unica cosa che seppi fare in quel momento fu cominciare a piangere come una bambina, nonostante fossi più vecchia di ogni persona normale sulla terra. Ace dovette rimanere spiazzato dalla mia reazione, perchè la sua voce si fece insicura e agitata.
-Dai, non fare così – riuscì faticosamente a dire – ti ho anche portato questi – disse porgendomi i miei amuleti. Li presi e lo ringraziai con un cenno. Fu allora che Ace fece l’ultima cosa che mi sarei aspettata facesse. Mi abbracciò. Mi strinse forte, finchè non smisi di piangere. Era impacciato e non sapeva come comportarsi, ma quel gesto mi fu di grande conforto.
-Ti prometto che troverò il modo di fermare Soul, così anche tu potrai finalmente tornare a vivere una vita normale e felice - dissi quando ci separammo.
-Non sono mai stato felice, nemmeno prima di Soul – disse lui mestamente.
-Allora io farò in modo che tu possa esserlo. – ribattei sicura.
Fu veloce come un lampo, così veloce che per un attimo pensai di essermelo immaginato, ma era successo davvero, l’avevo visto. Ace aveva sorriso: una veloce stiratura degli angoli della bocca che aveva dato uno sprazzo di luce al suo viso cupo.
-È ora che tu vada – aveva detto poi – addio, Gen –
-A presto – avevo risposto io prima di muovere i primi passi verso il portale.
- A presto, amica mia – aveva sussurrato Ace a voce bassissima, convinto che io non potessi sentirlo.
Invece io avevo sentito perfettamente, ma decisi di non aggiungere altro, tanto non sarei mai riuscita a farglielo ammettere. Sorrisi a mia volta ed entrai nel portale che mi avrebbe riportato sulla terra, dove con l’aiuto della Fondazione Huntik avrei ripreso la lotta contro la piaga di John Soul, chiamata White Society.
 
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Mely<3
view post Posted on 29/9/2012, 21:09




il ruolo di ace avrei voluto svelarlo in qualche role ma non ho fatto in tempo
 
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jeremy100
view post Posted on 30/9/2012, 10:21




Si può aggiungere qualcosa che non ho ancora scritto(Perchè mi dimentico di aggiornare) nella mia scheda?(IL fatto che Alexander in questa storia usi suffissi e/o nomi giapponesi è un richiamo al suo cognome KuroKiyo che è Nato dall'unione di due parole giapponesi,Kuro (nero)kiyo(puro)lquindi credo sia facile presuppore che sia giapponese
Ora,dopo aver fatto un introduzione incasinata,ecco la storia....
Ah,ho dimenticato di dirvi che Alex in questa storia ha 7 anni.
"Kurokiyo,vuoi stare attento?"a parlare un uomo sulla 30(età sparata a caso,ma non ho trovato l'eta di Kakashi-sensei) con capelli argentei e una maschera sul viso,che incuriosisce il suo giovane alunno,richiama il suo alunno preferito,non che unico
"Si,Sensei!"Rispose l'altro con tono di voce distaccato,come se si annoiasse
"Mi stai ascoltando?"
"Si,sensei!"
"Che ore sono,Alex?(So che un sensei in giappone non chiama mai il suo alunno cosi,diciamo sciolto,ma il loro rapporto è più Amico-Amico che Professore-Studente :durosi: )
"Si,Sensei"Rispose l'altro meccanicamente,non sentendo la richiesta del professore.
Kakashi gli si avvicino di soppiatto e...
"Ahia,Kakashi-Sensei!"il poverino ricevette un libro grande quanto l'Odissea sul capo.
"Cosi in pari a non ascoltarmi!"ghigno l'altro
"Lo dico oniisan!"rispose l'altro,disse l'altro,piangendo per il dolore
"è stato lui a dirmi che devo punirti per farti capire che devi portare più rispetto per le persone più grandi di te"replico l'altro,chinandosi ad asciugare le lacrime del suo kohai ."Non piangere,su!Altrimenti non ti do i regali che ti dovevo dare"disse,facendo illuminare il volta del piccolo Alex
"Che tipo di regali?"chiese,smettendo di piangere,nessuno gli avrebbe tolto i suoi regali per nulla al mondo(ricordatevi che Alex qui è un bambino)
"Questo il primo,se poi presterai più attenzione alla lezione,te ne darò un altro"porse un pacchetto,che venne scartato con furia da Alex.
"Sen-sensei!"Il piccolo corse fra le braccia dell'uomo,piangendo dalla felicità.corse ad abbracciare l'uomo.
"Su,Alex!Non è nulla di che!"Che cos'è il regalo?Doppio vassoio(da 30 pezzi ognuno) di Onigiri(una specie di polpette di riso)pieno!
il piccolo comincio a mangiare,è quando arrivo a metà del primo vassoio,kakashi lo chiama
"Dopo potrai mangiare un altro po',ma ora continuiamo la lezione,altrimenti non imparerai mai ad usare Hyperstride e Boltflare!"
"So già usarli,Senpai"Attivo il primo potere,è corse per tutto l'aula,usci fuori,arrivo vicino casa sua(dista pochi metri da lì)e rientro in meno di un minuto,non facendo saltare il suolo in aria(XD)
"Bravo,ora per Boltflare"cominciò l'uomo,venendo interrotto dall'alunno,che spense la luce,torno vicino il suo banco e disse
"Blotflare"Una luce illumino lo stupore del suo professore.
"Puoi anche spegnerlo,ora"Sorrise l'uomo
"Va bene!"Spense il fascio di energia e offri un onigiri al suo maestro per festeggiare la "promozione",che accetto di buon grado.
"Come li hai imparati?Te li ho mostrati solo una volta!"
"Però mi ha fatto fare troppa teoria,Sensei!" bonfochiò lo studente,beccandosi un onigiri in faccia.
"Vuole venire a casa mia a cenare,Kakashi-san?"disse l'altro,pulendosi
"Ricordati che sono ancora il tuo sensei,Alex-san"rispose l'altro
"Non mi ha ancora risposto!"protesto il kohai
"Non riuscirò a farti cambiare idea,vero?"disse ridacchiando
"Dovrebbe saperlo ormai che sono testardo"Affemò l'altro,finendo i vassoi di onigiri
"Va bene,comunque eccoti il secondo regalo!"
"cos'è?Uno scherzo?Un bicchiere d'acqua?"
"Bevilo tutto"controvoglia il kohai bevve tutto d'un sorso
"Cos'é?"
"Un digestivo ^^',non riuscirai mai a mangiare a casa tua dopo tutti quei onigiri"
"Approposito,andiamo!"disse uscendo dall'aula e andando a casa sua,lasciando il dietro il professore,entrando a casa sua.
"Oniisan,sono arrivato!E sta arrivando anche Kakashi-sensei!"
"Cosa?E per quale oscura ragione non mi hai avvisato?"
"Boh!"ghigno l'altro.
Il fratello maggiore,Kyuubi Kurokiyo, si stava preparando quando si sentì un rumore sordo e un urlo.
"Vado a vedere!"Esclamo subito,tralasciando il fatto che fosse in boxer,vendendo seguito dal minore,che appena uscì
"No!"sussurò,il corpo del sensei cadde con lentezza,quasi a volere che tutti lo guardassero.
"NO!"Urla invece di un sussuro fù un urlo,ed il piccolo Alex pianse,inginocchiandosi affianco il sensei.
"Kyuubi,aiutalo!Per favore"dissse,guardando il fratello maggiore,che scuote la testa,sussurrando"Non posso fare niente!"
"Alex...Non...Voglio...Vederti...triste"Ansimò il suo senpai"Devi.. Sorridere..Sempre..e ..Non....prendertela....con...tuo...fratello..che...a...quanto...sembra...ha..un...senso..del...pudore...molto..piccolo"Ridacchiò,abbassandosi la maschera per far passare più aria ai suoi polmoni.Poi non si mosse più.Kakashi era morto con lo spettro dell'ultima risata ancora impressa sul volto.
Epilogo
Ancora oggi non si sa come sia morto Kakashi,ma Alexander sta facendo di tutto per scovare l'assassino,per fargliela pagare.Ma mantiene ancora la promessa fatta al funerale di Kakashi,cioè quella di non essere mai triste
 
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Mely<3
view post Posted on 1/10/2012, 15:38




Ttanquillo jeremy puoi scrivere quello che vuoi
 
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jeremy100
view post Posted on 1/10/2012, 15:48




Alllora credo vada bene
 
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Mely<3
view post Posted on 2/10/2012, 18:27




prolunghiamo di una settimana per dare il tempo a chi manca di postare
 
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jeremy100
view post Posted on 9/10/2012, 18:26




CITAZIONE (Eru-chan @ 2/10/2012, 19:27) 
prolunghiamo di una settimana per dare il tempo a chi manca di postare

Ora la settimana è passata,che si fa?Mi sento nervoso(succede ogni volta che devo avere una valutazione) D:
 
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22 replies since 14/9/2012, 16:03   158 views
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