Huntik Secrets&Seekers Forum - La nuova Era

crossover ridicola, H+JL

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«Mely»
view post Posted on 3/12/2010, 17:28




bene, finalmente mmi sono decisa a postare la mia crossover. qualcuno di voi l'avrà già letta^^
per ora posto solo le prime parti perchè la sto ricontrollando, spero che non vi faccia vomitare


PROLOGO
Era buio ormai da ore nella città di Metropolis, ma, nel suo ufficio il subdolo padrone della Luthor Corporation aspettava ancora una persona.
Finalmente qualcuno bussò alla porta.
- Avanti - disse Lex prendendo una bottiglia di vino dal mini bar.
L’uscio si aprì ed entrò un uomo dai lucidi capelli corvini, il volto pallido e gli occhi malvagi.
- Finalmente ho l’onore di conoscerla Rassimov - lo salutò l’uomo calvo voltandosi.
- Onore mio signor Luthor, onore mio … - rispose l’altro con un marcato accento russo.
- Sarebbe stato troppo pericoloso continuare a palarci per corrispondenza, visto che dei guastafeste tendono a tener d’occhio entrambi. Anche se in modi diversi.- disse Lex
- Mi ha incuriosito molto la sua insistenza nel farmi venire qui … ha qualcosa in mente? - chiese ambiguo Rassimov.
- Bene, vedo che è molto perspicace … - sorrise Luthor - Vede, io e lei abbiamo lo stesso problema: scocciatori che interferiscono con i nostri piani impedendoci di trionfare. Mi sbaglio signor Rassimov? -
- No, lei ha detto giusto -
- Bene, le propongo un affare di cui non si pentirà -
- L’ascolto -
- Io ho un problema e lei ha un problema uguale al mio, quindi le chiedo di metterci in socetà per respingere facilmente i nostri nemici. - attese un attimo - Cosa ne dice? Accetta di unirsi a me? Con le nostre risorse unite, non ci sarà nulla che non potremo fare.- l’uomo calvo rise malignamente e Rassimov rispose con un ghigno malefico.
- Metterò a disposizione i miei uomini migliori -
- Perfetto, ed io provvederò ai fondi per attuare i nostri piani -
Il russo annuì.
- Visto che siamo d’accordo, brindiamo al nostro patto - disse Lex riempiendo due bicchieri di cristallo con il vino che aveva preso prima.
Incrociarono i bicchieri e bevvero tutto d’un fiato l’alcolico.
“Questa volta trionferò” pensarono entrambi anche se con parole diverse.

PARTE 1
- Ripetetemi perché siamo venuti qui - disse Lok con aria insofferente mentre percorrevano i vicoli di Metropolis per raggiungere il loro albergo.
Non gli era piaciuto per niente dover intraprendere un viaggio con così poco preavviso, soprattutto in una grande città americana senza misteri interessanti a parte assurde leggende metropolitane.
- Siamo qui - disse Dante - perché la fondazione Huntik ha scoperto che Rassimov ha un rapporto per corrispondenza con qualcuno in questa città. -
- E, siccome sappiamo che non è il tipo da avere un amico di penna, sospettiamo che ci sia sotto qualcosa di losco.- concluse Sophie.
- Potevamo fare con più calma però.- si lamentò ancora lui, ma dovette continuare a seguire il gruppo.
- Mi chiedo come faremo a trovare la persona che cerchiamo in una città così grande.- disse Zhalia.
- Sarà difficile, ma dobbiamo tentare. Guggenheim ci darà altre informazioni al più presto, ma ci conviene iniziare subito le ricerche. - decise Dante.
Il gruppo arrivò all’albergo prenotato e ognuno si sistemò nella propria stanza per riposarsi un attimo.
All’improvviso un rombo assordante riempì l’aria e le loro orecchie, seguito da un ruggito feroce. I cercatori si fiondarono subito fuori, fortunatamente le loro stanze erano al piano terra.
Lo spettacolo che li attendeva fuori li spiazzò. Un enorme mostro alto centinaia di metri e ricoperto di una strana melma rossastra si abbatteva sulla città distruggendo ogni cosa che incrociava sul suo cammino.
- Dante … Credi che quella cosa sia un titano? - chiese Sophie sconcertata.
- Non credo, ma non so cosa possa essere. - rispose l’uomo allarmato.
- Dobbiamo fermarlo o demolirà tutto! - esclamò Lok correndo verso il mostro e gli altri, non potendolo fermare, lo seguirono.

- C’è un mostro che vaga per Metropolis! - annunciò Martian Manunhter mentre osservava un monitor nella torre di controllo della Justice League.
- C’è qualcuno nei paraggi che possa agire subito? - chiese Lanterna Verde avvicinandosi.
- Superman è in città e Alata si stava occupando di una rapina, ma credo che abbia già finito. Ora li contatto- rispose il marziano digitando qualcosa sulla tastiera.
- Solo loro? Dove sono Diana, Flash e Batman? -
- Diana è alle prese con dei negoziati, Flash è corso in Alaska per un’emergenza e Batman non è reperibile.
- Come al solito. Avvertili, io li raggiungo. - decise Lanterna illuminando il suo anello.
- Ti preparo il Javelin 7? - chiese J’onn
- No, vado in volo -
Quando Lanterna Verde arrivò, Superman e Alata stavano già fronteggiando il mostro.
- Ehi! Ci servivano dei rinforzi.- lo salutò Superman fra un pugno e l’altro.
- Lieto di dare una mano. - rispose lanciando qualche raggio verde.
Combattevano da un po’, quando Alata si accorse di un gruppo di persone pericolosamente vicine al mostro.
- Chi sono quelli? Sembra che ci tengano proprio a finire spappolati sull’asfalto. - disse la thanagariana indicandoli.
- Portali via di lì! - ordinò Superman - E prova a chiamare dei rinforzi, se qualcuno è disponibile. -
La donna obbedì, volò giù in picchiata verso quelle persone, erano in quattro, due ragazzi e due ragazze. Li afferrò e, due alla volta, li portò lontano dalla portata del mostro.

Prima che potessero fare qualcosa o solo rendersi conto di quel che stava accadendo, i cercatori vennero allontanati da una strana donna che indossava una maschera da falco e aveva un paio di ali sulla schiena.
- Cosa cercavate di fare? - li sgridò.
- Si calmi signora, volevamo solo scacciare il mostro. - disse Lok allarmato.
- Ma siete impazziti? Non potete fronteggiare un mostro, ci siamo noi per queste cose. - sbottò fissando torvo il ragazzo.
- Ci scusi, volevamo solo aiutare la gente. - balbettò lui,
- Lasciate il pericolo ai professionisti. E, un’altra cosa, non chiamarmi signora o ti giuro che te ne pentirai.- disse minacciandolo con una mazza ferrata circondata da un bagliore elettrico. Poi si voltò, parlottò per qualche istante da sola e volò a dar manforte ai suoi compagni.
- Chi diamine è quella lì? È terrorizzante - disse Lok ancora percosso dai brividi.
- Avete visto com’è vestita? Sembra uscita da un fumetto, e gli altri non sono da meno, guardate - disse Sophie indicando le persone che volavano intorno al mostro.
- Sono strani, ma se la cavano alla grande.- osservò Dante.
Dopo qualche minuto arrivarono altri due strani tipi ad aiutare il gruppo che fronteggiava il mostro, presto ebbero la meglio e gli eroi si riunirono a terra per discutere dell’accaduto.
- Hanno vinto! - Esclamò Lok - andiamo a parlare con loro.
- Non sono affari nostri Lok - dissentì Zhalia.
- Ma potrebbero aiutarci con le ricerche -
- Questo è vero - disse Dante
- Allora possiamo avvicinarli? - chiese Lok impaziente.
- Sì -
- Evviva! - il ragazzo si mise a correre e gli altri lo seguirono per evitare che facesse sciocchezze.
- Avete bisogno di noi? - chiese un uomo con una grossa “S” cucita sullo strano costume, che sembrava essere il capo del gruppo.
Dante tappò la bocca a Lok prima che potesse dire qualcosa di inappropriate e parlò al posto suo.
- Mi chiamo Dante Vale, lui è Lok Lambert e loro sono Sophie Casterwill e Zhalia Moon. Vi abbiamo visto combattere contro quel mostro e abbiamo pensato di chiedere il vostro aiuto per una missione importante che dobbiamo portare a termine-
- Ancora voi! - esclamò la donna mascherata con le ali. - sono quelli che ho salvato dal mostro - disse poi rivolta al capo.
- Dovete sapere che noi non siamo come i normali civili che conoscete.- li avvertì Dante
- Potresti spiegarti meglio? - intervenne un uomo di colore vestito con una tuta nera e verde.
- Faremmo prima a mostrarvelo, ma qui siamo troppo esposti - disse il detective guardando la folla incuriosita che si stava radunando intorno a loro.
- Conosciamo un posto sicurissimo, ma dobbiamo essere sicuri di poterci fidare di voi - disse il capo.
- Non possiamo dimostrarvi ancora niente, non hai altro che la nostra parola.-
- Voglio credervi, il mio sesto senso mi dice di farlo.- decise l’uomo vestito di rosso e blu.
- Non vorrai portarli alla base? Sono solo dei fan che vogliono ficcanasare in giro! - protestò la donna con le sembianze da falco.
- Stai calma Alata, se daranno problemi, J’onn potrà sempre modificare i loro ricordi e rispedirli indietro. - poi si rivolse alla squadra Huntik - Il nostro veicolo sta arrivando per recuperarci- loro annuirono.
Come aveva detto l’uomo, un velivolo pilotato da un uomo con la pelle verde venne a prenderli e li portò in una torre di controllo spaziale dove incontrarono degli altri membri del gruppo. In tutto erano sette
- Questa è la nostra base e noi siamo la Justice League. - annunciò il capo - è finalmente venuto il momento di presentarci, non possiamo rivelare la nostra vera identità, ma siamo lieti di presentarci come ci conosce la gente. Io sono Superman.-
- Non ho problemi a rivelare il mio nome, mi chiamo J’onn J’onzz e sono l’ultimo marziano - si presentò l’uomo con la pelle verde.
- Io sono Wonder Woman - disse una delle due donne del gruppo, quella con i capelli neri.
- potete chiamarmi Lanterna Verde.- disse l’uomo con la tuta nera e verde
- Ed ecco a voi Flash! L’uomo più veloce del mondo! - disse un tipo con una tuta rossa che sfrecciava a grande velocità mettendosi in mostra.
- Alata. - pronunciò bruscamente la donna con la maschera da falco che li aveva “salvati” prima.
- Batman.- disse cupo l’ultimo membro, quello vestito di nero.
- Chi siete?- chiese a quel punto Lok - fate cose straordinarie.-
- È il nostro lavoro, siamo eroi. Ognuno di noi ha delle capacità speciali che mette al servizio del bene e della giustizia - spiegò Superman. - Ma ora siamo noi a voler sapere qualcosa di voi … -
Dante annuì e spiegò loro tutto riguardo alla Fondazione, i cercatori e i loro poteri e titani, poi, come prova delle sue parole, invocò Solwing e mostrò loro un Boltflare.
Infine parlò loro del motivo per cui erano a Metropolis e perché chiedevano il loro aiuto.
- Capisco - disse Superman - vi aiuteremo a trovare la persona che cercate. -


 
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MidNight™
view post Posted on 3/12/2010, 19:42




L'avevo già letta: è molto carina ^^
 
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Viel
view post Posted on 3/12/2010, 20:01




Ahah me la ricordo!!! Bella bella =)
 
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«Mely»
view post Posted on 3/12/2010, 20:29




ecco il resto che avevo già scritto, dopo la settima parte mi sono impallata, quindi dovrete aspettare un po' prima di leggere il seguito
PARTE 2
La squadra Huntik rimase alla torre di controllo per un bel po‘, mentre Batman J’onn e Flash scandagliavano il loro database dei criminali più pericolosi in circolazione che avrebbero potuto mettersi in contatto con la Spirale di Sangue.
- Sono centinaia, non troveremo mai quello giusto. - si lamentò Flash.
- Forse so già di chi potrebbe essere. - disse Superman entrando nella stanza.
- Chi? - chiese Lok togliendo lo sguardo dalla lista di brutte facce che scorreva sui monitor.
- Lex Luthor, il ricco proprietario della Luthor Corporation, nessuno sembra accorgersene, ma è un tipo losco. - spiegò Superman - Usa il suo enorme patrimonio per esperimenti illegali e cose simili.-
- Potrebbe essere lui, se è molto ricco può far comodo a Rassimov - disse Sophie.
- Bene, ora che lo sappiamo, cosa dobbiamo fare? - chiese Lok.
In quel momento l’Olotomo di Dante suonò.
- È Guggenheim. - disse lui aprendolo.
L’immagine olografica del cercatore comparì dall’Olotomo.
- Ciao Dante, ho delle informazioni sulla vostra missione … ehi! Ma chi è quello! - esclamò fissando Flash che passava la mano attraverso l’ologramma.
- Non toccare! - lo rimproverò Zhalia.
- Calmati cara, volevo solo dare un’occhiatina -
- be’ vedi di guardare e basta perché se rompi qualcosa non correrai mai abbastanza veloce da sfuggirmi. - lo minacciò lei.
- Mi ricordi tanto Alata quando va in escandescenza. - ridacchiò allontanandosi.
- Dicci tutto Guggenheim. - riprese Dante.
- Abbiamo scoperto chi è il nostro uomo. Si tratta di un certo Lex Luthor, impresario residente a Metropolis.-
- Lo sapevamo già - disse Lok - abbiamo trovato dei validi aiuti. -
- Sappiamo anche che Rassimov è corso repentinamente lì a Metropolis con gran parte dei suoi uomini, per questo qui è tutto tranquillo. -
- Magnifico! - esclamò Sophie - Ora dobbiamo scoprire cos’hanno in mente?-
- Indovinato! Vi ho detto tutto, confido in voi, buona fortuna. - Dante chiuse L’Olotomo e andò subito a informare Superman e gli altri di ciò che gli era stato comunicato.
Avevano appena finito di parlare, quando un allarme risuonò nella base.
- Che cos’è?- gridò Sophie per farsi sentire mentre si tappava le orecchie.
Batman corse a controllare i monitor del computer super avanzato, digitò qualcosa e il rumore cessò.
- È in corso una rapina a mano armata nella banca centrale. - riferì.
- Quanti sono? - chiese Superman avvicinandosi.
- Cinque. Tengono in ostaggio tutte le persone che si trovano all’interno dell’edificio.-
- Allora, ce ne occupiamo io, Flash, Lanterna e J’onn. - decise.
- Possiamo venire anche noi? - chiese Lok.
- No, sarebbe troppo rischioso. - dissentì Superman.
- Avete visto cosa possiamo fare -
- E sia, venite se volete -
Lok sembrava l’unico a volerli seguire, ma Dante chiese a Zhalia di andare con lui per tenerlo d’occhio.
- Non faccio la baby-sitter - protestò inizialmente, ma Dante riuscì a convincerla.
- Avvicinatevi - ordinò Lanterna Verde.
I compagni obbedirono e lui creò un campo di forza con il suo anello per trasportarli in volo fin sulla Terra.
Arrivati sul retro della banca si riunirono tutti intorno a Superman, che spiegò loro come agire.
- Prima di irrompere, dobbiamo valutare la situazione. J’onn, tu entrerai nell’edificio usando i tuoi poteri, ti confonderai con gli ostaggi e ci riferirai come stanno le cose. - Avete dei poteri adatti per aiutarlo?- chiese poi ai due cercatori.
- Io - si fece avanti Zhalia - me la cavo con illusioni e mimetismi, inoltre possiedo anche il titano adatto.-
- Spero non sia niente di troppo, appariscente -
- No, per niente. Vieni fuori Gareon! -
Il titano uscì dal suo amuleto, andò a sistemarsi sulla spalla della sua cercatrice e si rese invisibile.
J’onn prese la mano di Zhalia e , con sorpresa della cercatrice, i loro corpi divennero evanescenti e sprofondarono nel suolo per riemergere in un angolo non troppo in vista della banca. Il marziano cambiò inaspettatamente aspetto, trasformandosi in un umano dal volto anonimo.
- Io ti copro le spalle - gli sussurrò la cercatrice. Lui annuì e Zhalia usò il suo potere Thughspecter per mimetizzarsi con la parete, mentre Gareon lo seguiva restando invisibile.
Le persone nella banca erano tutte sedute per terra immobili, c’erano uomini, donne e solo un bambino. Aveva al massimo otto anni e sembrava non essersi accorto del pericolo che correva, si comportava come se stesse vivendo un film d’azione. Mentre due dei rapinatori puntavano loro addosso dei fucili, gli altri tre si occupavano del bottino.
“dobbiamo portare via quel bambino. Ora mi avvicino” disse telepaticamente J’onn alla ragazza.
Il marziano strisciò silenziosamente verso il ragazzino.
- Psssst! Vieni qui.- gli sussurrò. Il bambino andò verso di lui ignorando la madre che cercava di richiamarlo senza farsi notare dai brutti ceffi.
“Va tutto bene, sono della Justice League” la rassicurò mentalmente. La donna si calmò e J’onn sgattaiolò via per portare fuori il bimbo nello stesso modo in cui era entrato. “Torno subito” disse poi alla cercatrice.
Quando fu uscito, affidò il ragazzino ai compagni.
- Forte! Voi siete i supereroi! - esclamò.
- Com’è là dentro? - chiese Superman dopo aver sorriso all’esclamazione.
- Due dei rapinatori sono armati di fucile, gli altri tre si occupano di svuotare le casseforti, ma non dubito che siano armati anche loro. Non ci sono feriti, è ancora tutto tranquillo. La ragazza e il suo “animaletto” sono ancora dentro.
- Andiamo, lasciate che entri io, non se ne renderanno nemmeno conto quando gli soffierò i fucili di mano. - disse Flash.
- No. È troppo rischioso, metteremmo in pericolo gli ostaggi con uno scontro prolungato. Faremo così: io e Lanterna ci apposteremo fuori dalla banca, Flash coprirà il retro nel caso che qualcuno tenti di filarsela e tu J’onn tornerai dentro, cercherai di portare fuori più persone possibili. Di’ a Zhalia di spingere i rapinatori a uscire, ma con discrezione. -
- E io che faccio? - chiese Lok accorgendosi di non avere un compito.
- Resta con il bambino finché non salveremo sa madre. - gli disse Superman.
- Magnifico! - esclamò quando tutti se ne furono andati - farò il baby-sitter mentre gli altri sventano una rapina. Che noia. -
Intanto gli altri raggiunsero le loro postazioni, Martian Manhunter tornò dentro e avvisò Zhalia del piano. La cercatrice tornò visibile e si mescolò con il resto degli ostaggi. Ordinò a Gareon di avvicinarsi ai malviventi e di tornare visibile.
Il titano obbedì e appena vanne visto dai rapinatori creò scompiglio.
- Hank! Che … che cos’è quello? - disse uno dei ladri che prendevano i soldi.
- Sparagli! - strillò un altro.
- È solo una di quei lucertoloni domestici - disse uno degli uomini armati mentre prendeva la mira.
Prima che l’uomo potesse agire, Gareon lanciò uno dei suoi raggi che lo colpì mettendolo al tappeto.
- quella non è una lucertola! - strillò allarmato quello che aveva detto di sparare mentre correva fuori dalla banca a gambe levate seguito da uno dei compagni.
I due vennero subito acciuffati da Superman e Lanterna Verde.
- Che stupidi. Noi non finiremo al fresco, vero Hank? - chiese l’uomo al compagno.
- Certo che no. Ci serve un lasciapassare. Prendiamo uno degli ostaggi e ce la filiamo dal retro. -
- Perfetto. Ehi! Sbaglio o sono di meno? - si accorse lui.
- Ma cosa dici! Ti sbagli. Ora scegli chi portare fuori. -
Il rapinatore si guardò intorno, poi i suoi occhi si fermarono su Zhalia.
- Tu - disse indicandola.
Zhalia sorrise interiormente, non sapevano che si erano appena aggiudicati due posti in gatta buia. Si lasciò prendere in ostaggio senza opporre resistenza finché non furono usciti. A quel punto, si ribellò dalla stretta dell’uomo, gli girò un braccio dietro la schiena e usò Darksleep per addormentarlo. L’altro non riuscì nemmeno a reagire perché Flash lo acciuffò e gli portò via il fucile prima che potesse nuocere.
La polizia arrivò subito e i rapinatori vennero portati via.
- Fate cose del genere tutti i giorni? - chiese Lok mentre volavano verso la base
- Certo, come vi abbiamo già spiegato, è il nostro lavoro. Quello di oggi poi era un fatto di rutine, molte volte dobbiamo affrontare minacce peggiori - spiegò Superman
- Che tipo di minacce? -
- Invasori alieni. Chissà perché vengono tutti qui, come se fossimo l’unico pianeta abitato - spiegò Flash.
- Ora che abbiamo finito, ci aiuterete per la nostra missione? - domandò Zhalia.
- Certamente, sempre se non succede il diavolo a quattro per l’ennesima volta -
- Non preoccupatevi, arrivati alla base, organizzeremo le indagini su Lex - disse Superman.

PARTE 3
Come avevano stabilito, una volta tornati alla base, si riunirono tutti per occuparsi della missione che ormai apparteneva ad entrambe le squadre.
- Mentre eravate ad occuparvi della rapina, io e Alata abbiamo fatto delle indagini in città.- annunciò Wonder Woman.
- Cosa avete scoperto? - chiese allora Lanterna Verde.
- Ci sono stati avvistamenti in tutta la città di strane persone con particolari poteri che creavano scompiglio in diversi quartieri.- spiegò Alata.
- Che genere di poteri? - domandò J’onn.
- Dalle descrizioni somigliavano ai poteri che ci ha mostrato Dante. -
- Perché non hanno paura di mostrarsi alla gente? Di solito mantenere la segretezza è fondamentale - osservò Sophie.
- Qui le cose strane succedono centinaia di volte al giorno, siamo pieni di mutanti, esseri contaminati da sostanze chimiche, alieni, UFO che sembrano voler atterrare tutti negli Stati Uniti, Zombie, persino maghi a volte … - disse Flash.
- È evidente cercano di attirare la nostra attenzione. Vogliono che li troviamo - dedusse Dante.
- Teniamo d’occhio la situazione, al prossimo attacco andremo a fargli una visitina - disse Alata fregandosi le mani pensando già a come avrebbe potuto sistemare quei tipi.
- Va bene, ci penso io - disse Batman allontanandosi per andare a sedersi davanti ai computer.
Non passò molto tempo prima che i cercatori porta-scompiglio si facessero rivedere.
- Sono nel vicolo dietro al Daily Planet. - avvisò l’uomo-pipistrello.
- Dobbiamo sbrigarci. Andiamo cercatori - disse Dante.
- Vi porto giù - si offrì Lanterna.
- Vengo anche io - decise Alata.
Il gruppo arrivò a destinazione dopo un po’ di minuti, i cercatori erano ancora lì, erano in dieci e importunavano un gruppo di ragazzi, erano sicuramente uomini di Rassimov.
- Ehi voi! Prendetevela con me se non siete così codardi da darvela a gambe - disse Alata per attirare la loro attenzione.
Appena si accorsero che si trattava di Dante Vale e della sua squadra, si gettarono su di loro. La donna-falco andò loro incontro senza esitare con la sua fidata mazza ferrata di energia stretta in pugno e ingaggiò una furibonda battaglia con quattro di loro.
- È sempre così battagliera? - chiese Lok a Lanterna mentre gli altri uomini si avvicinavano.
- Alata? Sì, quando c’è da azzuffarsi, lei è la prima a buttarsi a capofitto nella lotta. - rispose l’eroe mentre fronteggiava uno dei cercatori - E, quasi sempre, i suoi avversari se la filano a gambe levate come conigli -
- Wow! È mitica! - esclamò il ragazzo dopo aver lanciato un Raypluse.
Anche se erano in inferiorità numerica, i cercatori, Alata e Lanterna misero in fuga tutti i cercatori. Solo uno meno malconcio degli altri (non aveva combattuto con Alata) strisciò verso di loro.
- Non ne hai abbastanza? - chiese la donna-falco minacciosa.
- Vediamo cosa vuole - la fermò Lanterna.
L’uomo si limitò a lasciar una busta chiusa a Dante e a filarsela come gli altri.

Tornati alla base, Dante aprì la busta davanti a tutti. Dentro c’era una cartina della città, diversi quartieri erano stati cerchiati con un pennarello rosso. C’eraa anche un bigliettino scritto con li stesso pennarello, diceva “TROVATECI TUTTI O SARANNO GUAI”
- Cosa vorrà dire? - chiese Lok.
- Non lo so, ma ci conviene andare ad ispezionare le zone che ci hanno indicato -
- Potrebbe essere una trappola Dante - osservò Sophie.
- Lo so, ma combineranno sicuramente qualcosa se non ci presentiamo -
- Sarà difficile trovare qualcuno, certi quartieri sono molto grandi.- disse Sophie.
- Ci divideremo le zone da controllare. - decise Superman. - Organizzeremo cinque squadre e ognuna controllerà un punto della mappa, mentre una persona resta qui a monitorare la situazione e ci avverte se succede qualcosa di imprevisto. Siete tutti d’accordo? -
Tutti annuirono e l’eroe continuò - Le squadre saranno Batman e Lok, Zhalia e Alata, Lanterna e Sophie, Dante e Flash e infine io e Wonder Woman. J’onn resterà qui e ci contatterà per avvertirci se c’è qualcosa che non va. Prendete anche voi le nostre trasmittenti - disse porgendone una a ciascun cercatore. -Iniziamo subito -
Lanterna usò subito il suo anello per tornare a Metropolis trasportando Sophie nel campo di forza verde.
- Andiamo - disse brusco Batman scendendo nell’hangar e a Lok non poté far altro che seguirlo. Quello era il più inquietante della squadra di eroi.
Nel’aerorimessa della Justice League c’erano ben tre velivoli, uno era quello con cui il marziano era venuto a prenderli, Lok ricordava che gli avevano accennato che si chiamava Javelin 7, uno era uno shuttle e il terzo era un aereo nero a forma di pipistrello. Capì subito che sarebbe stato il loro mezzo di trasporto. Infatti Batman premette un pulsante nella sua cintura e lo sportello si aprì, lui andò a sedersi al posto di guida. - Sali - ordinò al ragazzo -
Lui non se lo lasciò ripetere due volte e si accomodò sul sedile iniziano a toccare ogni cosa all’interno dell’aereo che attirava la sua attenzione e a formulare una valanga di domande.
- Senti, mettiamo subito le cose in chiaro, se ci tieni a non seguirmi a piedi chiudi il becco e mettiti le mani in tasca - disse l’eroe in tono cupo ignorando le sue domande. Il ragazzo si zittì all’istante e smise di toccare tutto, ma continuò ad osservare in silenzio ogni cosa strabiliante che lo incuriosiva durante il volo.
Le altre squadre invece dovettero percorrere una parte del tragitto insieme. Salirono tutti a bordo del Javelin 7 e Superman pilotò il velivolo verso la terra.
- Alata prendi i comandi disse a un certo punto. - Diana ed io scendiamo qui. -
La donna-falco si sistemò al volante, poi aprì lo sportello e i due eroi si lanciarono in volo.
- I prossimi sono Flash e Dante - annunciò la donna dopo un po’
- Dovresti abbassarti un po’, sai io non so volare - disse Flash.
- Non preoccuparti, ci penso io - lo rassicurò Dante, poi lo prese sottobraccio e saltò nel vuoto.
- Featherdrop!- gridò il cercatore per atterrate in piedi.
- Di’ un po’, vuoi ammazzarmi? - chiese Flash tirando un sospiro di sollievo.
- Mi sembri ancora intero - commentò il cercatore.
Alata si allontanò con il Javelin. Quando arrivarono alla loro fermata, inserì il pilota automatico e riaprì lo sportello.
- Ce la fai a non schiantarti?- chiese a Zhalia.
- Mi pare ovvio, per chi mi hai preso?-
- Allora stammi dietro - detto questo, si lanciò di sotto spiegando le ali e la cercatrice la seguì usando Fetherdrop per atterrare.

PARTE 4
Zhalia e Alata si recarono nel quartiere a loro assegnato, era un quartiere di periferia vecchio e disabitato.
Alata si aggirava furtiva stringendo la mazza ferrata e annusando l’aria.
- Sta’ allerta, sono vicini - avvisò poi la compagna a bassa voce.
La cercatrice annuì tenendosi pronta per pronunciare una magia quando sarebbe servita.
Dividersi per ispezionare il quartiere sarebbe potuta sembrare la mossa giusta, ma le due preferirono restare insieme, visto che secondo Alata i nemici erano molto vicini.
All’improvviso, dalle baracche abbandonate saltarono fuori una decina di uomini che indossavano la divisa dei cercatori di Rassimov.
Le due si misero in guardia mentre venivano circondate.
- Accidenti, sono troppi. Dovrò invocare dei titani - imprecò Zhalia.
- fa’ quel che devi, io preferisco agire - disse Alata partendo all’attacco verso quattro uomini.
Zhalia fece per fermarla, ma non ci riuscì, così iniziò a combattere usando i suoi colpi migliori.
- Vanomhand! - urlò per difendersi da un cercatore pericolosamente vicino. - Distruggili King Basilisk!- invocò poi.
Il gigantesco basilisco uscì dal suo amuleto con un lampo violaceo tramutando istantaneamente tre cercatori in pietra.
- Simpatico il tuo amichetto - commentò Alata mentre stendeva due uomini pestando le loro due teste una contro l’altra.
Anche i cinque agenti rimasti evocarono i loro titani, erano tre Ammit-heart-eater, due Bonlasher e due Mindrone.
- Anche loro sono ben forniti però - aggiunse osservando i titani.
- Avanti Kilthane! - invocò ancora la cercatrice facendo comparire il suo cavaliere nero.
Il combattimento continuò imperterrito, Alata se la cavava alla grande anche contro i titani e, anche se erano solo due persone, riuscirono a vincere.
- Troppo facile - disse infine la donna-falco mentre Zhalia richiamava i suoi titani.
- Missione compiuta. Ora come torniamo alla vostra base? - chiese la ragazza.
- Il Javelin 7 si è parcheggiato qui vicino, andiamo lì e aspettiamo gli altri se non hanno già finito - rispose spiccando il volo. - Hai bisogno un passaggio? - le domandò poi.
- No, credo di riuscire a starti dietro. Nimblefire! -
Grazie al suo potere, Zhalia correva velocissimamente dietro ad Alata che volava.
- Wow! Daresti del filo da torcere a Flash con quel potere - osservò.
Zhalia rispose con un cenno della mano e le due avanzarono fino al luogo in cui era parcheggiato il velivolo.

Contemporaneamente …
Flash e Dante sfrecciavano fianco a fianco, uno sfruttando il suo dono naturale, l’altro usando Ninblefire.
- Non male per un comune mortale - commentò Flash.
- Non male per uno che va in giro in calzamaglia - disse Dante di rimando.
La loro zona era un quartiere di periferia molto carino che si affacciata su di un parco, con casette colorate circondate da giardini.
I due si addentrarono nel parco: l’unico luogo in cui delle persone avrebbero potuto nascondersi. Arrivarono fino al centro in cui c’èra una graziosa fontana con dei pesci, ma lì intorno non c’era nessuno.
Dante fece appena in tempo ad avvertire un fruscio, prima che tre titani, un Enforcer e due Kopesh, si abbattessero su di loro.
- Sono amici tuoi? - chiese il velocista scarlatto in tono sarcastico mentre si scansava per evitare un colpo.
- No, ma gliele abbiamo suonate molte volte io e … Caliban! - il fedele titano azteco comparve dall’amuleto brillando di luce azzurra e cominciò a combattere i nemici con la sua spada.
- Forte il tuo amichetto! - esclamò il rosso quando il titano di Dante ebbe messo KO Enforcer con un solo colpo.
- Caliban si occuperà dei titani, ma noi dobbiamo scovare i loro cercatori.
- Sì, ma sai quanti saranno? -
- No, potrebbero essere tre o dieci, chi lo sa? Dobbiamo stanarli -
- Quindi vuoi dirmi che sono nascosti qui in giro e potrebbero saltarci addosso da un momento all’altro? -
Il detective annui.
- Magnifico. Senti, ci conviene separarci per controllare tutto il parco, visto che siamo super tutti e due nessuno ci potrà cogliere di sorpresa. -
- No, meglio restare uniti. -
- Se lo dici tu … -
I due vagarono per il parco per molto tempo, ma non sembrava esserci traccia di cercatori, finché due uomini non piombarono su di loro da due alberi.
Non impiegarono più di cinque minuti per sistemarli a dovere.
- Tutto qui? Non mi sono nemmeno riscaldato - commentò Flash.
Dante non lo ascoltò, ma agguantò uno dei due cercatori per il bavero.
- Parla, siete solo voi? -
- S-Sì … lo giuro! - balbettò lui.
Il detective lo lasciò. - Qui abbiamo finito - disse poi al compare -

Intanto …
Superman e Wonder Woman sorvolavano la loro zona da perlustrare. Si trattava di un quartiere industriale non più attivo, in via di demolizione. Atterrarono.
- Sembra tutto tranquillo - commentò Diana.
- Sta’ attenta, non abbiamo mai fronteggiato persone con queste capacità - si raccomandò lui.
- Tu sta’ attento, spera che non conoscano il tuo punto debole, ma è improbabile, se c’entra anche Lex. -
- Lo so, se succederà sarà tutto nelle tue mani. -
I loro discorsi vennero bruscamente interrotti da un’orda di mostruosi titani che si abbatterono su di loro.
- Cosa diavolo sono? - chiese Diana mentre si liberava dalle strette di tre mostri.
- Sono come quegli esseri che invocano Dante e i suoi - rispose lui assestando qualcuno dei suoi pugni d’acciaio.
D’un tratto l’uomo invincibile avvertì un forte malore che lo costrinse in ginocchio.
- Superman! - gridò Diana. - Che ti prende? - chiese proteggendolo dai titani.
- Guardali, indossano collari di Kryptonite - farfugliò.
La donna gettò un’occhiata sui mostri e vide che tutti portavano degli anelli al collo fatti di un materiale verde luminescente che doveva essere la pietra radioattiva cui l’eroe era vulnerabile. Non perse tempo, afferrò il corpo debole dell’amico e spiccò il volo verso il tetto di un alto edificio per portarlo lontano dalla loro portata, poi tornò giù per fronteggiare i titani. Erano almeno una ventina, nonostante i suoi poteri faticava a resistere. Era difficile sconfiggere quei mostri senza possederne altri con cui farli combattere, in quel momento avrebbe preferito essere una di quegli invocatori, invece che un’amazzone rinnegata.
- Era, dammi la forza! - pregò mentre imprigionava dei titani con il suo lazo speciale.
Ma, per quanto combattesse, era riuscita a far scomparire solo cinque titani ed iniziava ad essere stanca.
- Diana, distruggi i collari! - ordinò Superman, che nel frattempo si era un po’ ripreso.
La donna obbedì, uno ad uno strappò la Kryptonite dai titani, li frantumò e li scagliò lontano.
- Via libera! - gridò al compagno.
L’eroe piombò dal cielo, trapassò un mostro con la sua vista laser facendolo sparire e iniziò a colpire gli altri con la sua furia. Ci volle un po’, ma tutti i titani vennero sconfitti.
- È stata dura - disse Diana quando anche l’ultimo fu scomparso in un lampo di luce.
- Già, ma ci dovevano essere delle persone a comandare quei mostri, ricordi quello che ci ha spiegato Dante? -
- Sì, ma qui sembra tutto deserto -
I due batterono palmo a palmo ogni singolo angolo di ogni edificio del quartiere, ma non trovarono alcun cercatore, così decisero di tornare al Javelin.

Nel frattempo …
L’aereo con Batman e Lok era atterrato e ora i due si dirigevano nel luogo a loro destinato. Era una grossa zona di campi di grano, occupata soltanto da qualche fattoria qua e là.
Da quando aveva rimproverato Lok, l’uomo-pipistrello non aveva spiccicato parola.
- Ehm … allora … dove hai trovato quell’aereo? E tutti gli aggeggi coordinati al costume? Sai che sono forti? - chiese il ragazzo cercando di iniziare un discorso, ma l’eroe non sembrò averlo sentito. - Sei sempre così silenzioso? - domandò ancora e ancora non ottenne risposta. - Di’ un po’, sei sordo per caso? Perché non mi rispondi?-
- E tu perché non chiudi un po’ la bocca? - chiese di rimando inaspettatamente.
- Volevo solo sapere qualcosa di più su di te … -
- Ti sembra che io sia venuto a farti l’interrogatorio su come fai a usare i tuoi poteri o a chiamare quelle bestie? - domandò in tono più brusco.
- Ma io … - insistette ancora lui.
- Senti, se ti rispondo poi la pianti? - chiese esasperato l’uomo-pipistrello.
- Lo giuro -
- Ho fatto tutto io. La Batmobile, l’aereo, i Batrang … Ho progettato io ogni mio singolo strumento. -
- Wow! Dici sul serio? -
- Ma certo. Cosa credi? Che esistano negozi che ti preparano gadget personalizzati?-
Prima che Lok potesse ribattere, un gruppo di cercatori di Rassimov saltò fuori dai campi armati con un titano a testa: tre Enforcer e tre Bonlasher.
- C’è lavoro per te, Freelancer! - invocò prontamente Lok, mentre Batman scagliava qualcuno dei suoi Batrang esplosivi addosso agli agenti.
- Non hai qualche potere super forte come gli altri? - chiese Lok dopo aver invocato Kipperin per volare.
- Solo quello che vedi. - rispose colpendo un titano con un Batrang esplosivo e facendolo sparire. - Copriti la faccia! - ordinò poi prima di attivare una Batbomba al gas soporifero. Tutti i cercatori finirono a terra addormentati e, senza più il loro sostegno energetico, scomparvero anche i titani.
- Missione conclusa. - disse infine senza particolare esultanza nella voce.
- Come hai fatto a capire come batterli? Avete detto di non conoscere i cercatori e i titani -
- Non serve conoscere i poteri del tuo nemico, basta intuire le sue debolezze. Quei mostri sono generati da persone, colpiscile e li annienterai, non è difficile da capire-
- Scommetto che la tua vera identità è un cervellone, io non ci sarei mai arrivato senza conoscere a fondo i cercatori e i titani. -
- Chissà perché la cosa non mi sorprende - commentò mentre tornavano all’aereo.

Frattanto …
L’anello di Lanterna Verde aveva trasportato lui e Sophie in un quartiere al centro della città.
- I cercatori di Rassimov non devono restare qui, potrebbero far del male ai residenti - disse la ragazza.
- Lo so, cercheremo di contenere i danni -
All’improvviso gli uomini di Rassimov piombarono su di loro dai tetti degli edifici invocando i loro titani.
- Aiutateci Sabriel e Feyone! - invocò la ragazza.
- Tutto qui? Delle damigelle dovrebbero aiutarci? - chiese l’eroe deluso dalle invocazioni della compagna.
- Non criticarle prima di averle viste in azione - ribatté lei corrucciata.
L’uomo non rispose e iniziò a combattere con i raggi verdi del suo anello.
Quei cercatori erano molto più potenti dei soliti che fronteggiava la squadra Huntik, avevano a disposizione discreto arsenale di titani e si rivelarono un osso duro. Ai mostri sconfitti se ne aggiungevano sempre di nuovi e più potenti, mentre quelli di Sophie non sembravano mai abbastanza forti e i loro colpi si rivelavano sempre più stanchi e meno efficaci.
- Non ho più energia … - disse infine la cercatrice cadendo a terra stremata.
- Resisti! - la incitò il compagno, ma ormai la ragazza era stata sommersa dalla folla.
Raccogliendo tutte le sue forze, inondò tutto con la luce del suo anello, mettendo in fuga i nemici, ma quando se ne furono andati, di Sophie non c’era traccia. Avrebbe voluto andare a cercarla, ma l’anello era quasi scarico e lui era incredibilmente stanco, così non restò altro da fare che tornare alla base.

PARTE 5
Quando Lanterna Verde arrivò finalmente alla base, il suo anello era totalmente scarico e i suoi occhi verde fluorescente erano tornati del loro colore normale.
- Eccovi finalmente - disse Alata vedendolo comparire - John, ma … che ti è successo? - aggiunse accorgendosi delle condizioni del compagno.
- Dov’è Sophie? - chiese Lok.
L’eroe non rispose.
- Coraggio, siediti e riprenditi - disse J’onn sorreggendolo.
Lui si concesse qualche minuto per riprendersi, poi parlò.
- Ci hanno attaccati, erano in molti. Stavamo combattendo e la ragazzina aveva chiamato quegli esseri che vi aiutano. Quegli uomini erano davvero forti, così lei ha dato sfogo alle sue energie ed è rimasta stremata, è caduta e la folla l’ha inghiottita, con il mio anello sono riuscita a scacciarli, ma si sono portati via la ragazza. Volevo andare a cercarla, ma ero stanco e la carica del mio anello sarebbe bastata a mala pena per il viaggio di ritorno, così sono tornato qui.- spiegò con tono stanco.
- Dobbiamo andare subito a cercarla - disse Lok alzandosi.
- Aspetta - lo fermò Superman - prima dobbiamo scoprire dove l’hanno portata. Non possiamo trovarla in una città come Metropolis senza un punto di partenza. -
- Hai ragione - disse tornando a sedersi.
- Provo subito a cercare la ragazzina con la telepatia - disse J’onn allontanandosi.
- Tu invece dovresti andare a riposarti. - consigliò Superman a Lanterna.
- No, voglio aiutarvi, è colpa mia se l’hanno presa -
- Non sarai d’aiuto finché rimarrai stanco e con l’anello scarico -
- Non mi serve l’anello per essere d’aiuto, mi pare di avervelo dimostrato diverse volte. - protestò ancora.
- So che sei forte, non devi dimostrare niente, ma ora voglio che ti riposi - concluse il ktyptoniano prendendolo sottobraccio e conducendolo in infermeria.
- Io controllo la situazione dai monitor, al prossimo attacco potremmo pedinarli. - decise Diana.
- Allora io torno sul posto e cerco delle tracce - annunciò Alata. - Prendo il Javelin -
- Ehi! Aspetta, voglio venire anche io - la fermò Lok.
- Per me va bene, ma non voglio scocciature. - assentì in tono brusco.
Anche se quella donna era un po’ strana, lui decise di accompagnarla, perché era sicuro che sarebbe stata in grado di trovare Sophie.
I due lasciarono la torre di controllo a bordo del Javelin 7 immersi in un religioso silenzio che metteva a disagio il giovane cercatore, che cercò subito un pretesto per fare conversazione.
- Allora … sei anche tu silenziosa come l’uomo pipistrello? -
- Evito di parlare a sproposito - rispose lei.
- Siete tutti così voi supereroi? -
- Se vuoi qualcuno con cui chiacchierare ti conviene fare squadra con Flash, lui sì che parla tanto, anzi, troppo. -
- Da quanto tempo sei mezza falco? - chiese cambiando discorso.
- Da sempre. -
- Vuol dire che sei nata … - disse indicando le ali con un cenno dello sguardo.
- Sì, è normale su Thanagar. -
- Thanagar? -
- Il mio pianeta -
- Quindi sei un’aliena! Si capisce sai? Sei diversa dagli altri. -
- Ci voleva un genio per capirlo - commentò lei sarcastica.
Ci fu qualche minuto di silenzio, poi, quando arrivarono sopra al luogo in cui avevano combattuto Lanterna Verde e Sophie, la donna-falco parlò.
- Scendiamo qui - disse inserendo il pilota automatico e aprendo il portellone.
- Dobbiamo saltare? - chiese il ragazzo perplesso.
- A meno che tu non voglia aspettare qui - rispose lei buttandosi e spiegando le ali.
Il ragazzo deglutì e si decise a seguirla usando Fetherdrop.
- Cosa cerchiamo esattamente? - chiese lui dopo un po’.
- Qualunque cosa ci aiuti a capire dove hanno portato la tua amica. - rispose lei mentre annusava l’aria.
Ad un tratto, un luccichio nell’ombra richiamò l’attenzione di Alata, si avvicinò e trovò uno di quei ciondoli che i cercatori portavano al collo. Era color oro, aveva una forma strana e una pietra verde era incastonata nel mezzo.
- Ehi tu, vieni qui - disse per attirare l’attenzione del ragazzo.
- Potresti chiamarmi con il mio nome? - chiese un po’ seccato avvicinandosi.
- Lo riconosci? - domandò ignorando la sua richiesta.
- Sì, quello è Icarus, uno dei titani di Sophie, deve averlo perso. - rispose prendendo l’amuleto e mettendoselo in tasca.
- Se solo Lanterna fosse qui, potrebbe usare il suo anello per rilevare le tracce termiche, ma dovremo usare i vecchi metodi - disse chinandosi per terra cercare delle tracce.
- Lanterna Verde aveva detto che erano in tanti, qualcuno qui avrà notato qualcosa. - osservò Lok.
- Va’ a chiedere a qualcuno, io continuo qui. -
Il ragazzo obbedì e si avvicinò ad una signora che passava lì vicino.
- Mi scusi, potrebbe ascoltarmi per qualche minuto? - chiese.
- Certo caro, mi sembri un bravo ragazzo, cosa devi chiedermi? -
- Ho sentito che c’è stato un po’ di trambusto da queste parti, lei ne sa qualcosa? -
- Sì, ho visto tutto dalla finestra del soggiorno. Erano degli strani tipi che lanciavano raggi colorati con le mani e chiamavano dei mostri orrendi, hanno fatto un po’ di confusione e poi se ne sono andati via investiti da una luce verde. - spiegò.
- Ha chiamato la polizia? -
- No perché un eroe della Justice League, quello con l’anello magico, era già arrivato. Sono sempre loro a salvare la situazione.-
- Ha visto se c’era anche una ragazza con loro?-
- Mi pare di sì … sì, c’era anche una ragazzina, avrà avuto più o meno la tua età. Faceva le stesse cose degli uomini, ma non sembrava dalla loro parte. -
- È riuscita a vedere dov’era andata alla fine dello scontro? -
- No, a un certo punto è sparita e non l’ho più vista, ma alla fine è rimasto solo l’eroe.-
- Sa almeno da che parte sono andati gli uomini? -
- Per di là - disse indicando una strada che si incrociava con quella in cui si trovavano.
- Grazie mille signora, mi è stata di grande aiuto. - disse mentre correva verso Alata.
- Sono scappati da quella parte - le disse.
La donna annuì.
Stavano per andare a controllare, quando Alata ricevette una chiamata dalla torre di controllo.
- Qui Alata, che novità? - chiese rispondendo alla trasmittente. Ci fu un attimo di silenzio in cui la donna ascoltò quello che qualcuno voleva dirle, poi riprese.
- Capisco, noi non abbiamo scoperto molto, ora torniamo a fare rapporto - chiuse la chiamata.
- Era Wonder Woman. Ha detto che J’onn non riesce a localizzarla e che non ci sono stati nuovi attacchi. Ora torniamo alla base. -
- Come? Torniamo? Non andiamo a cercarla? - chiese lui esterrefatto.
- Non possiamo trovare la tua amica sapendo solo la direzione in cui l’hanno portata, ora torniamo e, se Lanterna sta meglio, ci potrà dare una mano. -
- Ma non possiamo abbandonare così … -
- Cosa vuoi fare? Credi che a troveremmo se prendessimo quellla strada e andassimo a cercarla? No di certo, ma se vuoi restare qui e seguire le tue idee da ingenuo, fai pure, io me ne torno alla base e preparo un piano con gli altri per trovare la tua amica. - detto questo, Alata girò i tacchi e volò in alto verso il Javelin 7.
- Aspetta! - gridò Lok tenendo la testa bassa - portami con te, vengo anche io - disse in tono rassegnato.
La donna tornò giù, afferrò il cercatore per le spalle e lo trasportò fino al velivolo.
Furono di ritorno che era ormai sera inoltrata e nessuno era ancora riuscito a capire dove fosse finita Sophie.
- Se volete fermarvi qui per la notte, abbiamo dei lettini in infermeria, potete riposare lì, noi faremo gli straordinari per ritrovare la vostra compagna e scovare quei criminali. - disse Superman alla squadra Huntik.
- Certo che restiamo, ma non credo che dormiremo molto - rispose Dente.
- Insieme ce la faremo, vedrete -
- Ne siamo certi -
Nonostante fosse tardi, i due gruppi erano svegli e attivi. Lavoravano insieme per portare a termine il loro compito. Provarono a trovare la cercatrice in tutti i modi che conoscevano. J’onn riprovò con la telepatia, ma senza risultati, quindi o la ragazza era schermata o era morta, però la seconda opzione era abbastanza improbabile. Zhalia provò a trovarla con magie di localizzazione, ma anche quelle fallirono. Fu allora che il genio di Batman ebbe una delle sue intuizioni.
- Tu e Alata avete detto di aver trovato uno dei ciondoli della ragazza, giusto? - chiese il pipistrello a Lok.
- Sì, il suo Icarus, eccolo qui. - rispose mostrandogli l’amuleto.
- Ne ha solo uno così? -
- Ha un solo Icarus, ma ha un Hoplite che è un Krono-titano come lui - spiegò
- Lo prendo in prestito - disse l’eroe afferrandolo e allontanandosi.
- Va bene … -
- Dove vai? - chiese Superman.
- Ad analizzare una cosa - rispose prima di sparire dietro una porta scorrevole.

PARTE 6
Batman tornò alla base il mattino dopo. Gli altri avevano passato la notte in bianco ed erano stanchi, ma erano decisi a non mollate.
- Dov’eri finito? - gli chiese Flash.
- Ha capire la soluzione al nostro problema. - rispose lui cupo.
- Cos’hai scoperto? - domandò allora Superman.
L’uomo in nero si sedette al computer e iniziò a spiegare.
- L’energia contenuta in questi ciondoli è differente per ogni categoria esistente, ma ogni amuleto dello stesso tipo ha anche la stessa energia, quindi, se la ragazza ne ha uno simile a questo, possiamo sfruttare questa similitudine per trovarla. Ho copiato l’energia dell’amuleto, l’ho tradotta in un formato compatibile il mio portatile e l’ho trasferita in uno dei miei GPS che ora si può usare per rintracciare energie simili in tutto il globo terrestre. - spiegò.
- In parole povere? - chiese Flash, che era allergico ai paroloni complicati.
- Ha creato un radar che rintraccia gli amuleti oro con le pietre verdi - spiegò Dante.
- Deve essere stato un lavoraccio - commentò il velocista scarlatto.
- Funziona? - chiese Alata.
- Sembrerebbe di sì, ho provato a rintracciare Dante, Lok e Zhalia mentre venivo qui e ha funzionato. -
- L’unico inconveniente è che noi non siamo gli unici a possedere dei titani come quelli, anzi, sono piuttosto comuni. - disse Dante.
- Ma non credo ci siano molti cercatori qui a Metropolis, voi siete i primi che incontriamo. - obbiettò Superman.
- Possiamo usarlo anche per rintracciare i vostri nemici, allora - osservò Lanterna Verde.
- Loro non possiedono molti titani come Icarus, sono più propensi a legarsi con persone buone - dissentì Dante.
- Almeno ci porterà da Sophie - disse Diana.
- Come l’hai capito? - chiese Lok curioso.
- Osservandovi in azione - rispose il pipistrello laconico.
- Forza, che aspettiamo? Troviamo la ragazza. - li incitò Flash.
L’uomo pipistrello attivò la sua invenzione e limitò il raggio d’azione alla città di Metropolis. Comparve solo un puntino luminoso, quindi quella doveva essere Sophie.
- Non è il caso di andare tutti - disse Superman.
- Noi siamo una squadra, veniamo tutti - ribatté Dante.
- Certo, ma noi siamo troppi, quindi vi accompagneremo solo io, Alata e Batman. Se avremo bisogno di rinforzi potremo contattare la torre di controllo -
- Bene -
Il gruppo prese il Javelin 7 e il marchingegno dell’uomo-pipistrello li condusse in un vecchia industria abbandonato nella periferia della città.
-Tipico nascondiglio da furfanti, Lex è caduto in basso - commentò Alata.
- Entriamo dall’ingresso di servizio, tenete gli occhi aperti - si raccomandò Superman.
Batman scassinò abilmente la serratura e furono dentro. Un silenzio di tomba regnava tra i vecchi macchinari arrugginiti, ma tutti si chiedevano fino a quando sarebbe durato.
- È al piano disopra - disse Batman in un sussurro.
Si diressero furtivi su per le scale senza fare il minimo rumore e raggiunsero un lungo corridoio a cui si affacciavano delle porte, vecchi ripostigli probabilmente.
- Ultima porta a destra - suggerì il pipistrello.
Percorsero il corridoio e si fermarono davanti alla porta che li interessava e Batman scassinò anche quella. Dentro era buio, ma un debole fascio di luce rompeva le tenebre. Al centro giaceva Sophie in uno stato d‘ incoscienza, con mani e piedi legati.
- Quello è un campo magnetico, per questo J’onn non è riuscita a rintracciarla con la mente e le vostre magie hanno fallito. - spiegò Superman indicando il fascio di luce.
I cercatori si avvicinarono alla loro compagna e sciolsero i lacci che la immobilizzavano. Lei gemette lievemente e socchiuse gli occhi.
- Coraggio Sophie, ora ti portiamo via - la rassicurò Dante.
- Ce ne avete messo di tempo - farfugliò lei.
- Ti hanno torturato? - le chiese Lok aiutandola ad alzarsi.
- No, mi hanno dato una specie di sedativo e poi mi hanno chiusa qui e non ho più visto nessuno - rispose massaggiandosi la testa.
- Hai visto i tuoi rapitori? - chiese Alata.
- Gli uomini di Rassimov mi hanno portata qui, ho visto lui, Shuna, Wind e un altro uomo calvo. - spiegò con un po’ più di lucidità.
- È Luthor - constatò Superman.
- Non possiamo affrontarli con Sophie in queste condizioni, ci conviene ritirarci e tornare prossimamente ora che sappiamo dove si nascondono. - propose Dante.
- Mi spiace, ma non potrete farlo - disse una voce che i cercatori conoscevano fin troppo bene. Si voltarono e videro Rassimov e i suoi uomini che entravano nella stanza.

PARTE 7
Subito i cercatori afferrarono i loro amuleti pronti per le invocazioni, ma Rassimov fece un cenno a Lex, che premette un pulsante su un telecomando che aveva in tasca.
Immediatamente gli amuleti della squadra Huntik vennero attratti dal soffitto come il ferro da una calamita e rimasero attaccati lassù, inutilizzabili.
- Maledetto! - esclamò Zhalia fra i denti.
Superman fece per attaccarli, ma Luthor attivò un altro pulsante, il pavimento iniziò a brillare di luce verde e l’eroe si accasciò a terra indebolito dalle radiazioni di Kryptonite.
- Superman! - gridò Alata vedendolo cadere - Me la pagherai! - minacciò poi brandendo la mazza, ma anche questa venne attratta dal soffitto.
- Quel magnete attrae fonti energetiche e anche la tua mazza è energetica - sogghignò l’uomo calvo.
- e il campo energetico intorno all’edificio impedisce ai cercatori di usare i poteri. - aggiunse Rassimov
- Quindi anche voi non potete usare i poteri - constatò Dante.
- Sbagliato - disse il russo con un ghigno - i miei uomini indossano speciali bracciali che li schermano dall’esterno, così potranno distruggervi, a meno che voi non decidiate di arrendervi ora -
Gli scagnozzi si prepararono a combattere o a catturarli.
Batman sembrava l’unico in grado di combattere sfruttando tutti i suoi poteri, ma non ce l’avrebbe fatta da solo. L’uomo pipistrello si avvicinò lentamente a Lok e gli sussurrò qualcosa in tono quasi impercettibile.
- Dobbiamo filarcela, non possiamo batterli, ma ho un piano. Al mio segnale fai uscire tutti dalla finestra - il ragazzo annuì.
- Allora? Cosa scegliete di fare? -
A quel punto il pipistrello scagliò a terra una delle sue bombe fumogene e la stanza si riempì di fumo grigio.
- Presto! Tutti fuori dalla finestra! - urlò allora Lok dirigendosi verso l’apertura e tirandosi dietro Sophie. Dante e Zhalia lo seguirono, Alata volò di sotto portando con sé Superman e per ultimo venne Batman. Riavuti i poteri, i cercatori li usarono per cadere in piedi, Alata atterrò e Batman si servì della sua corda.
- Gli amuleti sono rimasti là dentro, non saremmo dovuti scappare - disse Zhalia.
- Non avevamo scelta, la fuga era la nostra unica via di salvezza. - ribatté Dante
- Anche la mia mazza è ancora attaccata al soffitto, dovrò usare quella di scorta -
- Io ho ancora gli amuleti, non me li hanno presi perché dicevano che da sedata non potevo evocare niente - spiegò Sophie.
- A proposito, questo è tuo - disse Batman porgendole Icarus.
- Torneremo a riprendere i vostri amuleti, ma ora andiamocene prima che ci trovino - decise Superman ancora un po’ debole.
Il gruppo tornò al Javelin e volò alla torre di controllo.
- Com’è andata? - Chiese subito Diana appena scesero dal velivolo.
- Presto, porta Superman e la ragazza in infermeria - le ordinò Alata.
L’amazzone prese sottobraccio i due e si allontanò, mentre gli altri andavano a spiegare tutto agli eroi rimasti alla base.
- Dovevamo venire tutti, non ci avrebbero battuti insieme - disse Flash.
- Non sarebbe cambiato niente invece, Luthor conosce i nostri punti deboli e, grazie a Rassimov, anche i vostri. Con i suoi soldi può costruire ogni sorta di marchingegno per fermarci - dissentì Batman.
- Qual è la prossima mossa? - chiese Diana tornando dall’infermeria.
- Ora come ora non possiamo permetterci uno scontro, due di noi sono deboli, i cercatori sono senza amuleti e i nemici conoscono i nostri punti deboli - rispose l’uomo-pipistrello.
- Ehi! Tu sei un genio giusto? - disse Lok rivolto a Batman - Saresti capace di costruire dei bracciali come quelli degli uomini di Rassimov? -
- Non ci ridaranno gli amuleti ma almeno potremmo usare i poteri - osservò Zhalia.
- Non conoscendo i meccanismi dell’invenzione di Luthor sarà difficile, ma posso provarci … devo andare - così dicendo, l’eroe si diresse verso l’ascensore dell’hangar.
- E ora dove te ne vai? - Chiese Flash.
- A far lavorare il cervello - rispose scendendo.
 
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MidNight™
view post Posted on 4/12/2010, 11:01




E ora dove te ne vai?
A far lavorare il cervello u.u

Bellissima ^^
 
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Viel
view post Posted on 4/12/2010, 13:56




Beh, fatti tornare presto l'ispirazione!!! E' molto carina questa fic ;)
 
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«Mely»
view post Posted on 4/12/2010, 21:45




lo spero anche io
 
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«Mely»
view post Posted on 4/12/2010, 23:04




dettofatto, ecco qui la parte ottava

PARTE 8
Al suo ritorno, Batman venne assalito dai compagni.
- Allora? Ce l’hai fatta? - chiese Lok.
- Certo che ce l’ha fatta, lui è Bat. - disse Flash.
- Ci sei riuscito? - domandò Diana un po’ più pacata.
- Quello che sono stato in grado di mettere insieme sono questi - rispose porgendo loro un bracciale a testa. Non sembravano altro che cerchi di metallo, ma dentro dovevano esserci ingegnosi e complicati congegni.
- Cosa fanno? - chiese Alata indossando il suo.
- Creano una barriera invisibile intorno al vostro corpo che vi protegge da influssi esterni, dovrebbero funzionare anche con la Kryptonite, ma non so se reggeranno a lungo -
- Per schermarci bastava il mio anello - osservò Lanterna Verde.
- Anche l’Anello del Potere emana energia, ti consiglio di tenere addosso il bracciale -
- Allora gente - disse Superman attirando l’attenzione di tutti - questa volta non falliremo, entreremo in azione tutti. Useremo il radar di Batman per localizzare i vostri amuleti e Lanterna Verde , J’onn e Zhalia avranno il compito di recuperarli. Intanto il gruppo formato da Alata, Dante e Batman faranno irruzione nella base nemica per distrarre Lex e Rassimov. Nel frattempo io e Sophie ci intrufoleremo nel laboratorio di Lex per trovare i progetti della sua invenzione, e trovare il modo per disattivarla prima che i bracciali smettano di funzionare.-
- E noi tre cosa facciamo? - chiese Flash notando che lui, Diana e Lok non avevano un compito.
- Voi sarete le riserve - sentenziò Superman
- Cioè staremo in panchina? Non se ne parla - protestò l’eroe in rosso.
- Voi rimarrete sul Jiavelin e manterrete il contatto radio con noi, se qualcuno avrà problemi potrà chiamarvi come rinforzi - spiegò lui.
- Preferirei aiutarvi in prima linea, le amazzoni non fanno da supporto - disse Diana imbronciandosi.
- Se vogliamo che vada tutto per il meglio ognuno deve fare la sua parte - li rimproverò il leader.
I tre annuirono.
- Come ti senti? - chiese Superman rivolto a Sophie - ce la fai a combattere? -
- Sì, ormai mi sono ripresa quasi del tutto. Volevo chiederti una cosa -
- Dimmi -
- Potresti spostarmi nel gruppo che farà irruzione? Sono l’unica che ha ancora gli amuleti e posso tener meglio testa ai cercatori di Rassimov. -
- No, non ti sei ancora ripresa del tutto e Dante è più portato per il combattimento, inoltre le tue doti intellettive ci serviranno per capire come spegnere il marchingegno di Lex. -
- Ma io … -
- Ritieniti fortunata a non essere con Diana e Flash al posto del tuo amico - ribatté lui ponendo fine alla discussione.

Il piano venne messo in atto a notte inoltrata. Volarono fino al nascondiglio dei furfanti e i primi due gruppi entrarono in scena.
Alata sfondò la porta principale con la sua mazza ferrata facendo un gran fracasso ed entrarono.
- Sarà abbastanza come diversivo? - chiese ironicamente la donna-falco.
- Si saranno svegliati anche i morti - commentò Dante.
Infatti pochi istanti dopo si accesero tutte le luci e un’orda di cercatori malvagi li circondò. Uno di loro azionò il congegno sul soffitto, ma i bracciali di Batman reggevano e i tre rimasero protetti. Allora i cercatori attaccarono ed evocarono i loro titani.
- Tre contro una ventina, non mi sembra molto corretto - commentò Dante schivando il colpo di un titano.
- Non mi avranno senza combattere - disse Alata mentre elettrizzava un Ammit-heart-eater con la mazza facendolo sparire.
Batman si limitò a lanciare un pipistrello esplosivo in bocca a un mostro per mandarlo ko senza dire niente.
Lo scontro proseguì senza che nessuna delle due fazioni avesse la meglio, ma i tre si sarebbero presto stancati.

Intanto Zhalia, J’onn e Lanterna erano entrati nell’edificio dal retro insieme a Superman e Sophie. A un certo punto, i due gruppi si sono divisi seguendo ognuno la sua strada.
Il radar indicava una stanza all’ultimo piano e i tre vi si diressero furtivi.
- È protetta da potenti incantesimi - disse Zhalia esaminando la porta.
- E non mancheranno i sistemi d’allarme - continuò Lanterna Verde.
- Puoi rompere le magie? - chiese il marziano rivolto alla ragazza.
- Non lo so, è Sophie quella che disattiva sigilli con i poteri dei Casterwill. -
- Lei non è qui, quindi ci dobbiamo arrangiare con te - ribatté Lanterna.
A Zhalia dava fastidio che quell’uomo con l’anellino sfavillante la trattasse come l’unica streghetta da quattro soldi di cui potevano servirsi, ma quello non era il momento di discutere, bisognava riprendere gli amuleti.
- Posso provarci - disse solamente.
Nessun annulla incantesimo era potente ed efficace come quelli dei Casterwill, però lei ne conosceva un paio che insieme avrebbero potuto funzionare, ma se usati consecutivamente portavano via un sacco di energia. Decise di agire comunque, avevano bisogno dei titani. Posò le mani sulla porta, pronunciò consecutivamente le due formule e attese che le magie attingessero dalla sua forza vitale per avere il potere di annullare le protezioni magiche.
- Ha funzionato? - chiese Lanterna impaziente.
- Sì - rispose lei cercando di non far vedere all’uomo che non era stanca. - agli allarmi dovete pensare voi - aggiunse.
- Io non posso entrare, c’è un campo elettromagnetico - disse J’onn.
- Nessun problema, faccio io - sentenziò l’uomo di colore attivando il suo anello verde.
Zhalia alzò gli occhi al cielo: quello si credeva davvero chissà chi.
Con il potere del suo anello, John rimosse le batterie che davano energia ai sistemi d’allarme e questi si disattivarono permettendo ai tre di entrare.
- Non prendertela con lui, è un po’ egocentrico, ma non lo fa con cattiveria. Pensa piuttosto a riposarti, quelle magie ti hanno spossata - disse il marziano alla cercatrice mentre entravano. Zhalia lo guardò esterrefatta: quel tipo le aveva letto nel pensiero! Cercò di non pensare al modo in cui il marziano avrebbe potuto ottenere informazioni su di lei concentrandosi sugli amuleti ormai vicinissimi. Erano chiusi in una teca di vetro rinforzata con la magia, ma lei riuscì, con l’energia che le rimaneva, a spezzare anche quell’incantesimo non molto forte. Aprì la teca, prese i ciondoli e si infilò i suoi in tasca, poi si affrettò ad uscire nonostante la stanchezza.
- Muoviamoci, gli altri non resisteranno a lungo - disse per mettere fretta agli altri due.

Intanto Superman e Sophie si trovavano in una specie di ufficio, doveva essere quello di Lex, in cui avevano previsto si trovasse il generatore che faceva funzionare il tutto. Il supereroe scandagliò tutta la stanza in cerca di un pannello di controllo o qualcosa di simile che controllasse i marchingegni di Luthor.
- Hai visto qualcosa? - chiese la ragazza.
- No, ma potrebbe esserci nel piombo delle pareti - rispose lui.
- E allora? -
- Non posso vedere attraverso il piombo -
- Be’, dovremo ricorrere all’Olotomo -
Sophie scandagliò le pareti finché non trovò qualcosa a di là di un muro.
- Ecco, sfonda qui - disse a Superman.
L’uomo fece un buco nel muro con un pugno, scoprendo un pannello di controllo molto sofisticato.
- Bingo! Distruggiamolo - disse la ragazza.
L’eroe sferrò un altro pugno, ma questo rimbalzò contro una specie di barriera invisibile.
- Ma che diamine … - disse lui perplesso.
- Deve essere protetto dalla magia, dovevamo immaginarlo -
- Sai abbattere la barriera? -
- Posso provarci -
La ragazza si avvicinò al pannello e pronunciò uno spezza incantesimi. La barriera si tinse improvvisamente di azzurro e delle parole comparvero sulla sua superficie.
- Che cos’è? - chiese lui.
- Sembra che per distruggere la barriera dovremo risolvere un indovinello - rispose la cercatrice leggendo le parole sulla parete semitrasparente.
Il testo era:

“Un uomo giunge di fronte a due porte, ciascuna sorvegliata da un guardiano. Una delle porte conduce alla salvezza, l'altra a morte certa. Dei due guardiani, si sa che uno risponde sempre in modo veritiero alle domande che gli vengono rivolte, e che l'altro mente sempre; ma non si sa quale sia il guardiano sincero e quale il mentitore. All'uomo viene concesso di fare una sola domanda, a uno solo dei guardiani. Come può l'uomo individuare la porta che conduce alla salvezza?”

- Magnifico, dov’è Batman quando serve? - disse Superman leggermente afflitto.
- Calma, posso risolverlo io, anche se Lok sarebbe leggermente più rapido -
- Be’, fai alla svelta, gli altri non ce la faranno per molto -
La ragazza iniziò subito a ragionare sulla soluzione, ma quell’indovinello si presentava molto più complicato del previsto. Intanto, più il tempo passava, più i bracciali di Batman rischiavano di esaurirsi da un momento all’altro e sarebbe stata la fine.


 
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MidNight™
view post Posted on 4/12/2010, 23:32




Lanterna dovrebbe essere più gentile con Zhalia <_<
Comunque è bellissima *_*
 
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Viel
view post Posted on 5/12/2010, 12:13




Che forte ^^ sembra proprio di guardare una puntata di Justice League! XD
 
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«Mely»
view post Posted on 5/12/2010, 20:04




be' cosa pretendi da un ex marine? che sia gentile con le signore?
 
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Giuly98®
view post Posted on 5/1/2011, 18:51




un secondo l'indovinello mi sembra di averlo già visto .....
 
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«Mely»
view post Posted on 5/1/2011, 19:38




l'ho preso da qualche parte, ma non ti so dire dove. mi è rimasto in mente perchè era quasi impossibile risolverlo, così l'ho riciclato x la mia ff
 
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Chasing The Sun
view post Posted on 5/1/2011, 19:45




Basta chiedere ad uno dei guardiani "Cosa direbbe l'altro guardiano se gli chiedessi quale porta conduce alla salvezza?" u.u
 
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MidNight™
view post Posted on 5/1/2011, 19:57




In questo momento Lok ti guarderebbe storto xD
 
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29 replies since 3/12/2010, 17:28   344 views
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