| Midway upon the journey of our life
I found myself within a dark forest,
For the straightforward pathway had been lost.
Dante uscì dalla tenda e si diresse verso una delle altre nove che erano state montate. Metz aveva insistito perché in quella missione fossero affiancati da rinforzi.
Entrò nella tenda dove trovò Lok, Sophie e Cherit.
- Come state? Ti sei ripresa, Sophie? - la ragazzina era seduta su una brandina. Lok era accanto a lei.
- Sì, ora sto bene. - si alzò in piedi. - Lok mi ha detto di Zhalia… mi dispiace. - lo disse con tono molto sincero, per quanto Dante sapesse che lei aveva sospettato di Zhalia fin dall’inizio. Per quanto ne sapeva, la ragazzina l’aveva presa molto bene. Forse per non peggiorare la situazione, o forse perché era ancora troppo debole per lamentarsi sul serio, era stata semplicemente zitta. Certo, Lok aveva notato la nube che offuscava i suoi occhi tutte le volte che si faceva il nome di Zhalia, e sapeva per certo che non aveva gradito il fatto che l’avessero portata in Turchia con loro, ma aveva accettato. Per una volta, aveva capito che c’erano decisioni che non le competevano.
- Non è il momento di parlarne, Sophie. - tagliò corto Dante. - Sono venuto per chiedervi se state abbastanza bene per seguirmi al villaggio delle Amazzoni, domani. Metz mi ha chiesto di recuperare una cosa per lui, e probabilmente quella cosa è il Titano Leggendario del corpo, Behemot. Non ho intenzione di portare tutta questa gente con me, le Amazzoni non gradirebbero, ma voi siete la mia squadra. Pensate di farcela?
No, non erano ancora abbastanza in forze, ma era meglio almeno tentare di fingere di essere tornati una vera squadra. E allora, perché no? Dopo un breve sguardo a Sophie, Lok rispose: - Io ci sono.
La ragazza non esitò ad annuire: - Anche io.
Nella sua tenda, Zhalia era in una specie di dormiveglia. La sua mente era persa nei ricordi, ricordi che, per quanto potessero far male, continuavano a susseguirsi nella sua testa.
- Sta’ tranquillo, Metz. Non tutto è perduto, amico.
- Dante, come procedono le riparazioni? - Zhalia aveva preferito lasciare passare qualche secondo prima di riportarlo alla realtà.
- Bene… entro due giorni dovremmo riuscire a partire. - disse, stringendo il fiore che aveva in mano.
- Deve essere orribile pensare di essere così vicino a qualcosa per poi vederlo sparire improvvisamente. Così funzionano le illusioni più dolorose. - disse la ragazza fissando il mare.
- Cosa riguardava la tua illusione?
- La mia non era un’illusione… - il Cercatore stette in silenzio, aspettando che continuasse, ma lei non aveva intenzione di andare avanti. - Sono a buon punto con il potere Thoughtspectre, penso ci tornerà utile. - spostò finalmente gli occhi dall’acqua per guardarlo. -…cos’hai da ridere? - Dante stava sorridendo in quel modo che solo lui sapeva fare.
- Niente, solo che… sei sempre così brava a cambiare discorso… sembra che tutto quello che non avevi in programma di dire ti spaventi. - la donna sorrise a sua volta, anche se non avrebbe dovuto.
- Non mi piace che la gente si faccia gli affari miei.
- Lo terrò in conto.
- Zhalia, andiamo, non possiamo passare la giornata qui. Devi allenarti, ricordi?
Una voce familiare ma completamente fuori luogo la face voltare. Klaus. Zhalia si girò velocemente verso Dante, terrorizzata, ma lui continuò semplicemente a sorriderle. Si accorse di essere tornata bambina.
- Klaus, aspetta, voglio…
- Lasciali perdere, tanto sai che non li rivedrai più. - nonostante la durezza delle parole che stava dicendo, il tono di Klaus era dolce e gentile. - Non affezionarti a chi hai intorno, Zhalia. Quante volte te lo devo dire?
La bambina si girò ancora una volta indietro per controllare se Dante era ancora lì, e vicino a lui vide anche Lok e Sophie. Sentiva lentamente la sua coscienza di donna sparire per lasciare spazio alla bambina che avrebbe ubbidito agli ordini del suo mentore.
- Hai fatto la tua scelta, Zhalia. Ora dovrai affrontarne le conseguenze. - i tre parlarono in sincronia, ma questa volta i loro sguardi erano severi, quasi malvagi. Pian piano tutto cominciò a sbiadire per lasciare spazio ad un altro paesaggio.
- Dante, Lok, Sophie… vi prego, perdonatemi…
- Non possiamo farlo… tu ci hai traditi. - la Zhalia bambina tornò adulta e si trovò le mani bloccate dietro alla schiena da un agente. Alzò lo sguardo per vedere che era di nuovo nel castello di Vlad Dracul e che Dante aveva acceso una sfera di energia, puntando verso di lei.
- Dante, no, ti prego…
- Mi dispiace, ma non mi piacciono le illusioni. Raypulse!
Zhalia si svegliò di soprassalto, sentendo il dolore al fianco più forte che mai. Si diede qualche minuto per farlo passare, poi aprì gli occhi e si alzò in piedi. Era buio, doveva essere notte fonda. Aveva una strana sensazione allo stomaco, come il ricordo di una paura folle. D’improvviso sentiva di essere in pericolo.
Provò a scostare i lembi dell’uscita della tenda, che si aprirono senza problemi. Si guardò intorno, ma tutto sembrava calmo e silenzioso, non c’era nessuna guardia. Fece un profondo respiro ed uscì. L’aria della notte era fresca, ma la fece sentire un po’ meglio. Si mise a camminare tra le tende, in direzione del bosco. Doveva andarsene.
Camminò tra l’erba alta per un tempo che le sembrò infinito, ma non era ancora abbastanza forte per affrontare una camminata del genere. La ferita aveva ripreso a farle male ed era molto stanca. In quelle condizioni sarebbe stata un facile bersaglio per chiunque. Ad un tratto si fermò. Qualcosa si muoveva attorno a lei. Si avvicinò ad un albero per avere sostegno, fino a che qualcosa, o meglio qualcuno, non la afferrò per le spalle e la girò con forza.
- Non urlare. - le sibilò tenendole una mano sulla bocca. Capì immediatamente di chi si trattava e fece un cenno per dire che non lo avrebbe fatto.
- Mi stai pedinando, adesso?
- Ti sto proteggendo. Non tornerai dall’Organizzazione, Zhalia.
- Perché continui a farmi dire cose che non ho detto?
- Perché tu continui a darmene la possibilità. Si può sapere dove stai andando?
- Via di qui. - si allontanò un poco, continuando a reggersi all’albero. - Non è il mio posto.
- Qui in giro è pieno di agenti. Anche loro sono interessati al Titano Leggendario, ma non solo. Klaus ha dato l’ordine di trovarti. E ucciderti. - la donna strinse gli occhi, cercando di eliminare dalla mente quello che aveva appena sentito. - E tu in queste condizioni non sei in grado di difenderti.
- Per favore, Dante, lasciami in pace…
- Non ti lascio in pace se stai cercando un modo per farti uccidere. - si avvicinò velocemente e le bloccò le mani. Zhalia non era abbastanza forte per ribellarsi, ma tentò comunque di divincolarsi dalla sua presa. L’uomo la riportò nella sua tenda senza fatica, usando Nimblefire. - Saresti così gentile da non tentare di fuggire? - chiese aspramente. La donna rimase per qualche secondo in piedi nella tenda, di fronte a lui.
- Perché vuoi proteggermi? Che senso ha? Perché ti ostini a tenermi lontana dalle minacce se tanto non hai intenzione di perdonarmi? - Dante non si mosse, per qualche istante si limitò a guardarla negli occhi.
- E’ curioso… - disse alla fine. - Tu sei quella che accusa me di pensare cose che non sono mai state dette. - uscì dalla tenda e Zhalia rimase di nuovo sola.
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